Continua l'intenso lavoro di Cristiano Fidani, del dipartimento di Fisica Università di Perugia, sui precursori sismici, con particolare riferimento al recente terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009.
Stavolta si tratta di un articolo per la rivista Natural Hazards and Earth System Sciences dal titolo: "The earthquake lights (EQL) of the 6 April 2009 Aquila earthquake, in Central Italy".
Fidani ha operato una lunga indagine di 7 mesi sul terreno, nella regione abruzzese coinvolta dal terremoto. Sul territorio sono state raccolte, con opportuna scrematura dei casi spiegabili, una serie di testimonianze a partire da 9 mesi prima della scossa più forte.
Lo studioso ha optato per una catalogazione dei diversi tipi di luci sismiche che si rifà a Ignazio Galli, uno scienziato che agli inizi del secolo scorso (1910) era stato il primo a catalogare questi eventi in modo organico.
Si mostra nell'articolo come questi eventi sono distribuiti su un'area abbastanza ampia, di almeno 50 km attorno all'Aquila, in direzione Nord.
Fidani fa delle correlazioni tra i tipi di luci sismiche raccolte e le tipologie diverse di paesaggio. Una prima analisi suggerisce una correlazione tra scariche elettriche ed asperità, come già suggerito in altri lavori, mentre gli eventi in forma di "fiamma" sono state osservate prevalentemente lungo la valle del fiume Aterno.
Lo scopo della raccolta di dati, attuata da parte di Fidani è triplice: 1) istruire il pubblico circa l'esistenza di questi precursori sismici; 2) proporre nuove ipotesi sui processi del terremoto; 3) suggerire nuovi strumenti per registrare questi fenomeni.
La parte principale dei fenomeni raccolti dall'autore di questo articolo riguarda fenomeni luminosi, che sono stati osservati in abbondanza in occasione di questo drammatico evento, ma sono stai rilevati anche altri fenomeni secondari quali emissioni di fluidi, rilasci termici, fenomeni meteorologici inusuali, suoni bizzarri, disturbi radio e nelle telecomunicazioni, disturbi psicofisiologici umani, comportamenti anomali degli animali, etc..
Fidani ha compiuto un enorme lavoro di 1200 interviste tra i terremotati del territorio aquilano, raccogliendo un ampio numero di queste anomalie, in zone vicine e lontane dall'epicentro, per un totale di 1057 casi, dopo aver scartato una serie di eventi riconducibili a fatti prosaici tipo il crollo di linee elettriche e in via cautelativa al passaggio di meteore (a questo fine è stata utilizzata la rete IMTN (Italian Meteors & TLEs Network) , nonché le luci di origine meteorologica.
Luci sismiche per un numero di 241 sono state raccolte e ordinate seguendo la classificazione adattata di Galli: luci diffuse, nastri, vapori luminosi, nubi luminose, flashes, scariche elettriche, striscie luminose, colonne di fuoco, fasci di fuoco, luci imbutiformi, scintille, sfere infuocate, fiamme di diversa dimensione, luci non meglio determinate.
Nell'articolo compare un aneddoto illuminante che ci rappresenta bene il modus operandi di Fidani; questo episodio riguarda il lavoro del nostro Massimo Silvestri (CIPH progetto SOSO). Tale Claudio Strinella, due ore prima della scossa principale, essendo stato testimone di un flash intenso quanto una luce diurna, della durata di un secondo, dato che aveva avuto modo di leggere su internet un sommario sulle EQLs (Silvestri 1999), prende la decisione di mettere al riparo la sua famiglia.
Questo fatto suggerisce a Fidani che una educazione delle persone circa le EQLs potrebbe essere utile a prevenire un certo numero di disgrazie.
Inoltre conclude con l'importanza di un monitoraggio ottico-strumentale del tipo adottato con SOSO, da collocare nelle varie aree interessate da sciami sismici.
In ultima sintesi: arrivare preparati all'evento distruttivo!
[Info raccolta da Renzo Cabassi; fonte: http://www.nat-hazards-earth-syst-sci.net/10/967/2010/nhess-10-967-2010.html]
Stavolta si tratta di un articolo per la rivista Natural Hazards and Earth System Sciences dal titolo: "The earthquake lights (EQL) of the 6 April 2009 Aquila earthquake, in Central Italy".
Fidani ha operato una lunga indagine di 7 mesi sul terreno, nella regione abruzzese coinvolta dal terremoto. Sul territorio sono state raccolte, con opportuna scrematura dei casi spiegabili, una serie di testimonianze a partire da 9 mesi prima della scossa più forte.
Lo studioso ha optato per una catalogazione dei diversi tipi di luci sismiche che si rifà a Ignazio Galli, uno scienziato che agli inizi del secolo scorso (1910) era stato il primo a catalogare questi eventi in modo organico.
Si mostra nell'articolo come questi eventi sono distribuiti su un'area abbastanza ampia, di almeno 50 km attorno all'Aquila, in direzione Nord.
Fidani fa delle correlazioni tra i tipi di luci sismiche raccolte e le tipologie diverse di paesaggio. Una prima analisi suggerisce una correlazione tra scariche elettriche ed asperità, come già suggerito in altri lavori, mentre gli eventi in forma di "fiamma" sono state osservate prevalentemente lungo la valle del fiume Aterno.
Lo scopo della raccolta di dati, attuata da parte di Fidani è triplice: 1) istruire il pubblico circa l'esistenza di questi precursori sismici; 2) proporre nuove ipotesi sui processi del terremoto; 3) suggerire nuovi strumenti per registrare questi fenomeni.
La parte principale dei fenomeni raccolti dall'autore di questo articolo riguarda fenomeni luminosi, che sono stati osservati in abbondanza in occasione di questo drammatico evento, ma sono stai rilevati anche altri fenomeni secondari quali emissioni di fluidi, rilasci termici, fenomeni meteorologici inusuali, suoni bizzarri, disturbi radio e nelle telecomunicazioni, disturbi psicofisiologici umani, comportamenti anomali degli animali, etc..
Fidani ha compiuto un enorme lavoro di 1200 interviste tra i terremotati del territorio aquilano, raccogliendo un ampio numero di queste anomalie, in zone vicine e lontane dall'epicentro, per un totale di 1057 casi, dopo aver scartato una serie di eventi riconducibili a fatti prosaici tipo il crollo di linee elettriche e in via cautelativa al passaggio di meteore (a questo fine è stata utilizzata la rete IMTN (Italian Meteors & TLEs Network) , nonché le luci di origine meteorologica.
Luci sismiche per un numero di 241 sono state raccolte e ordinate seguendo la classificazione adattata di Galli: luci diffuse, nastri, vapori luminosi, nubi luminose, flashes, scariche elettriche, striscie luminose, colonne di fuoco, fasci di fuoco, luci imbutiformi, scintille, sfere infuocate, fiamme di diversa dimensione, luci non meglio determinate.
Nell'articolo compare un aneddoto illuminante che ci rappresenta bene il modus operandi di Fidani; questo episodio riguarda il lavoro del nostro Massimo Silvestri (CIPH progetto SOSO). Tale Claudio Strinella, due ore prima della scossa principale, essendo stato testimone di un flash intenso quanto una luce diurna, della durata di un secondo, dato che aveva avuto modo di leggere su internet un sommario sulle EQLs (Silvestri 1999), prende la decisione di mettere al riparo la sua famiglia.
Questo fatto suggerisce a Fidani che una educazione delle persone circa le EQLs potrebbe essere utile a prevenire un certo numero di disgrazie.
Inoltre conclude con l'importanza di un monitoraggio ottico-strumentale del tipo adottato con SOSO, da collocare nelle varie aree interessate da sciami sismici.
In ultima sintesi: arrivare preparati all'evento distruttivo!
[Info raccolta da Renzo Cabassi; fonte: http://www.nat-hazards-earth-syst-sci.net/10/967/2010/nhess-10-967-2010.html]
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