martedì 3 marzo 2009

LUCI IN ADRIATICO [di Renzo Cabassi]

La recente segnalazione di un astrofilo di Pesaro ha fatto dire ai media locali: "Tornano le 'Luci anomale in Adriatico'". Una evidente esagerazione giornalistica per poter titolare una notizia non ricchissima di particolari e dettagli e così renderla appetibile.
I fatti: l'ingegner Giovanni Panzieri, del Gruppo astrofili pesarese, segnala di aver osservato almeno una ventina di forme luminosissime, che si accendevano, anche a grappoli, per poi sparire dopo pochi secondi. Erano circa le 19.15 di mercoledi 25 febbraio, ma lasciamo la parola a Panzieri: "Stavo facendo una passeggiata in spiaggia con il cane insieme ad amici... quando ho visto accendersi in cielo per 2 o 3 secondi una luce di colore rosso-arancio in direzione nord ovest, nei pressi della costellazione di Cassiopea. Ho subito indicato agli amici l'area in cielo e proprio in quel momento ne abbiamo viste accendersi altre 2... Per circa mezz'ora il fenomeno si è ripetuto e per più volte, tanto che ho contato 18 luci, alcune anche a gruppi di 3 contemporaneamente. Avevano una magnitudine negativa [in astronomia più una luce è intensa più acquista un valore espresso in numeri decrescenti, il valore "negativo" indica astri luminosi: Venere è nelle migliori condizioni -4, n.d.r.]: la loro luminosità era simile a quella di Venere. Erano visibili ad altezze variabili, tra le costellazioni di Cassiopea e dell'Orsa Maggiore. Le ultime sono apparse basse sull'orizzonte alle 19.45. Poi più nulla".

Secondo la cronaca locale de Il Resto del Carlino, edizione di Pesaro, del 27 febbraio, sarebbe stato lo stesso ingegnere-astrofilo a collegare ciò che aveva visto alle 'luci anomale in Adriatico', ma di queste luci "luci anomale" né il cronista né l'astrofilo hanno dato maggiori informazioni, lasciando così molti lettori un po' perplessi. E anche confusi.
Perchè se vogliamo essere precisi, con "luci anomale in Adriatico" ci dovremmo riferire alle segnalazioni nel lontano 1978-1979 dei marinai, della Marina militare, e dei pescatori che segnalarono più volte la fugace presenza "in acqua" di globi luminosi, accompagnati, alcune volte, da colonne d'acqua anche di una certa rilevanza, aumento del moto ondoso e, almeno una o due volte, presenza di globi di luce in superficie anche ad alcuni metri dal livello dell'acqua. Ciò provocò in quegli anni l'interesse dei media, ma anche dello Stato Maggiore Difesa, che se ne occupò con alcune inchieste specialmente su "casi" dove si ebbe anche un "target" radar non meglio definito e difficilmente identificabile per la sua brevissima durata.

Quasi vent'anni dopo, nel 1997, altri due astrofili che operavano in collaborazione con i loro colleghi dell'osservatorio Copernico di Saludecio, osservarono piccoli globi luminosi attorno al promotorio di Gabicce (PU).

Il 15 gennaio 1997 alle ore 20:30, apparvero in sequenza tre globi luminosi, per una durata di circa 5/6 seccondi, e poi scomparvero. Dopo circa 10 minuti un altro evento luminoso, più esteso e spettacolare coinvolse i due astrofili che lo descrissero come una sequenza di 5 globi molto più luminosi dei precedenti, scomparendo immediatamente dopo la loro apparizione. La sera seguente, 16 gennaio, alle ore 20,15 dall'osservatorio di Saludecio riuscirono a riprendere con due fotocamere una luce che riapparirà poi altre 4 volte in un ora in punti diversi del cielo, verso l'orizzonte ad una quarantina di gradi d'altezza.
[maggiori dettagli http://www.copernico-online.org/cross.asp]

Si tratta, come il lettore avrà compreso, di eventi sporadici nell'arco di vent'anni che hanno elementi in comune (i "globi di luce") ma anche elementi diversi (in acqua, sul pelo del mare, in alto in cielo; lenti, veloci; con vita relativamente lunga ma anche a vita brevissima...).
Il CROSS-Project, Copernico Radio and Optical Skywatching System, dell'osservatorio di Saludecio, sorse per monitorare la volta celeste per eventualmnte rilevare eventi simili nel 1997, ma operò solo alcuni anni ispirandosi al norvegese Project Hessdalen e collaborando anche con il team del Comitato Italiano per il Project Hessdalen (CIPH). Ma da alcuni anni pare inattivo.

Ancora una volta si evidenzia come Fenomeni Luminosi Transitori in Atmosfera (FLTA) avvengono nel tempo senza soluzione di continuità ma in apparente casualità di periodi dell'anno, ma anche di "comportamento".
La costante rilevata dai ricercatori impegnati sui FLTA è quella della necessità di un monitoraggio continuo e prolungato. Come avviene con la stazione automatica Smart Optical Sensors Observatory (SOSO), in funzione ormai da oltre 5.000 ore dall'inizio del 2007 in prossimità di Bologna. Stazione del CIPH che se non ha ancora rilevato un sicuro ed incontrovertibile evento "anomalo" tra i FLTA, da alcuni anni ha potuto fare entrare l'Italia tra i paesi che hanno registrato straordinari eventi elettrici in atmosfera, chiamati SPRITE (Stratospheric/Mesospheric Perturbations Resulting [from] Intense Thunderstorm Electrification), dando così un contributo alla ricerca in questo settore. La stazione ha rilevato anche numerosisime meteore e sciami meteorici, alcuni bolidi ed anche super-bolidi (meteore luminosissime). Ha partecipato alla realizzazione dell'Italian Meteor and TLE Network divenuta ben presto un punto di registrazione con alcune stazioni per i fenomeni SPRITE. Il Network recentemente ha registrato un superbolide pesumibilmente impattato a Terra nell'alto Lazio e ha organizzato una spedizione alla ricerca di meteoriti provocate dal corpo cosmico.

[articolo di Renzo Cabassi, CIPH, marzo 2009]

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