giovedì 7 aprile 2016

Marzo 2016. RILANCIO COLLABORAZIONE ITALO-NORVEGESE PER IL PROJECT HESSDALEN

In questi giorni di fine marzo 2016, durante una visita del tecnologo Bjørn Gitle Hauge  e della sua collega chimica Anna-Lena Kjøniksen in Italia, sono stati ridiscussi i programmi di collaborazione per la ricerca strumentale, ai fini dello studio delle cosidette Luci di Hessdalen (in Norvegia). 

Alla presenza di alcuni componenti del CIPH (Renzo Cabassi e Nico Conti, Comitato Italiano per il Project Hessdalen) di Jader Monari e di Stelio Montebugnoli,  Hauge ha presentato gli ultimi studi sul campo sviluppati con diversi gruppi scientifici stranieri (Francia e Grecia in particolar modo), nell'ultimo anno circa.

Accanto a queste missioni (in particolare una di rilevamento di anomalie elettromagnetiche, su parte del territorio della valle)  si sono affiancati gli ormai abitudinali Science Camp di settembre, con gli studenti dell'Østold University College  (durante i quali sono state fatte alcune osservazioni ottiche di un certo interesse testimoniale).
Hauge ha illustrato il possibile programma per le future missioni, dove sembra di poter rilevare alcune direttive principali.
In particolare:
1) La necessità di migliorare (finalmente) le riprese in campo ottico permanenti con un sistema "intelligente" tipo SOSO.
2) L'esigenza di avere al più presto un supporto scientifico, precisando il curriculum dello scienziato più adatto ad affiancare le missioni italo-norvegesi ai fini della valutazione dei dati raccolti secondo protocolli più definiti, della formulazione di ipotesi di lavoro, e della redazione di relazioni scientifiche sui vari step raggiunti dalle future ricerche.
3) L'implementazione della strumentazione nel campo radio (a tale proposito si sono valutate varie soluzioni tecniche per ottimizzarne l'uso in valle in relazione all'oggetto del rilevamento; vedi oltre indicazioni Stelio Montebugnoli).
4) La continuazione dell'analisi geofisica della zona in funzione dell'idea  della "batteria naturale", come innesco di un fenomeno più complesso da comprendere.
Il gruppo CIPH, nella sintesi svolta da Jader Monari, ha dato la massima disponibilità a affiancare le missioni del Project Hessdalen, e a identificare gli strumenti in campo radio, più idonei alla detenzione del fenomeno, nonchè la disponibilità a replicare un sistema Soso, in valle.
Monari ha sottolineato l'importanza che i dati raccolti dai tecnologi, che hanno operato e opereranno  a Hessdalen, siano analizzati da una figura di scienziato, possibilmente con conoscenze di fisica e chimica di Fenomeni Luminosi in Atmosfera.
La presenza in quest'incontro della chimica Anna-Lena Kjøniksen (che è già stata in visita a Hessdalen) e il suggerimento di un fisico dell'atmosfera da parte del CIPH, sono in primo passo concreto in questa direzione, da tutti considerata un punto basilare.

 
Stelio Montebugnoli, decano delle diverse missioni italo-norvegesi, ha illustrato un progetto di fattibilità di radar (diverso dal precedente), e un prototipo di strumentazione portatile.


In particolare, rispetto al radar, l'idea che svilupperà Montebugnoli è di un progetto di radar  bistatico per monitorare h24 la zona ipoteticamente "calda" della valle. 
Durante queste giornate, vi è stato anche un momento di incontro con il fisico Romano Serra, che ha illustrato le proprie esperienze precedenti di raccolta dati fatte a Hessdalen, in due diversi momenti, e anche un suo sopralluogo in una zona considerata Hessdalen-like, in Finlandia (Paasselkä).
In questo lago di origine da impatto meteorico, sembrano presentarsi oltre ai racconti di luci ricorrenti simili a Hessdalen (Paasselkä devils) anche alcune condizioni che richiamano la geologia naturale e "artificiale" (presenza miniere) della valle norvegese. 
Romano Serra ha sviluppato alcune considerazioni a ruota libera per migliorare le future campagne osservative, corredando le sue affermazioni con documenti fotografici e filmici.

La sua è stata una rivisitazione del materiale fotografico, troppo spesso considerato in sé una prova del fenomeno, a partire dai propri dati ottici registrati nelle sue due permanenze a Hessdalen.
Nell'ottica di una critica di metodo migliorativa, suggerisce la previsione sul campo  di duplice strumentazione abbinata, onde poter verificare eventuali artefatti tipo lens-flares e/o cosmic-ray sul sensore.
Un Fuoco di Sant'Elmo...


Un progetto tecnico-scientifico completo verrà presentato al Project Hessdalen, da parte del comitato e vi saranno ulteriori occasioni di incontro, in Norvegia (forse già a Maggio, in Hessdalen) e anche tra ricercatori italiani, sempre nell'ottica di migliorare la raccolta dei dati e la loro analisi.