E' in stampa, sulla rivista Acta Astronautica, l'articolo del tecnologo Bjorn Gitle Hauge (Ostfold Universiy College, Halden, Norvegia) dal titolo: "Investigation & analysis of transient luminous phenomena in the low atmosphere of Hessdalen valley, Norway"(20 marzo 2010) reperibile sul sito di ScienceDirect (disponibile online dal 24 Marzo 2010).
L'articolo non aggiunge novità alle conoscenze circa le luci di Hessdalen, pur offrendo un'ampia sintesi degli strumenti finora adottati nella valle norvegese, e delle varie iniziative sviluppate negli anni.
Non mi trovano invece d'accordo alcune affermazioni interne all'articolo, di cui l'abstract è sintomatico. Vi si afferma che è da più di 100 anni che fenomeni transitori in atmosfera sono stati visti ad Hessdalen, ma chi ne ha ricostruito la storia con metodo sa bene di quanti scarsi riferimenti ad avvistamenti di luci abbiamo prima dell'ondata degli inizi degli anni 80, con pochi e scarsi dettagli tanto da far pensare in qualche caso anche a fenomeni ordinari come meteore, mal interpretati.
Vero è che i ricercatori italiani e norvegesi hanno contribuito negli anni ad un ampio dispiegamento di strumenti, ma le poche immagini spettografiche e le indagini del radar non hanno ancora portato ad una mole sufficiente di dati. Gli interessanti rilevamenti del radar hanno mostrato per ora delle anomalie di difficile interpretazione, ma non ancora correlabili con dati del fenomeno ottico.
Quando nell'abstract Hauge parla di "risultati che indicano un fenomeno di combustione guidato da una sorgente sconosciuta" in realtà afferma più che un risultato scientifico la nostra necessità di dover ancor provare un fenomeno ed il suo reale funzionamento.
L'articolo non aggiunge novità alle conoscenze circa le luci di Hessdalen, pur offrendo un'ampia sintesi degli strumenti finora adottati nella valle norvegese, e delle varie iniziative sviluppate negli anni.
Non mi trovano invece d'accordo alcune affermazioni interne all'articolo, di cui l'abstract è sintomatico. Vi si afferma che è da più di 100 anni che fenomeni transitori in atmosfera sono stati visti ad Hessdalen, ma chi ne ha ricostruito la storia con metodo sa bene di quanti scarsi riferimenti ad avvistamenti di luci abbiamo prima dell'ondata degli inizi degli anni 80, con pochi e scarsi dettagli tanto da far pensare in qualche caso anche a fenomeni ordinari come meteore, mal interpretati.
Vero è che i ricercatori italiani e norvegesi hanno contribuito negli anni ad un ampio dispiegamento di strumenti, ma le poche immagini spettografiche e le indagini del radar non hanno ancora portato ad una mole sufficiente di dati. Gli interessanti rilevamenti del radar hanno mostrato per ora delle anomalie di difficile interpretazione, ma non ancora correlabili con dati del fenomeno ottico.
Quando nell'abstract Hauge parla di "risultati che indicano un fenomeno di combustione guidato da una sorgente sconosciuta" in realtà afferma più che un risultato scientifico la nostra necessità di dover ancor provare un fenomeno ed il suo reale funzionamento.
[info raccolta da: Roberto Labanti; maggiori informazioni sulle luci di Hessdalen sono reperibili nei Proceedings IPHW 2006]
Nessun commento:
Posta un commento