venerdì 26 marzo 2010

Marzo 2010. MISCELLANEA

18 Marzo 2010. In fondo al lago di Garda per studiare le scosse
Alcuni ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), dell'Ingv e dell'Università dell’Insubria, diretti da Crescenzo Violante, hanno condotto rilievi geofisici nel lago di Garda per studiarne la sismicità. I primi risultati sono stati presentati il 18 Marzo 2010, durante una conferenza stampa presso la Comunità del Garda ed hanno attestano possibili fenomeni paleo-sismici.
A tali risultati preliminari ha contribuito l'analisi delle anomalie dette pockmarks.
I pockmarks sono depressioni emisferiche di varia dimensione e profondità la cui formazione è messa in relazione a emissioni fluide di natura gassosa o di acque interstiziali. In alcuni casi possono essere associati a campi di gas.
Nel caso del lago di Garda hanno un diametro variabile dai 18 ai 200 m e profondità comprese tra 0.5 e 10 m.
Questi pockmarks sono localizzati a Sud della secca del Vò ed allineati in modo da formare depressioni di lunghezza superiore al chilometro. La loro formazione è con ogni probabilità da mettere in relazione ad una estesa attività idrotermale che interessa quest'area ed in particolare la penisola di Sirmione.
I pockmarks furono presi a spiegazione durante un'ondata di osservazioni Ufo nel 1978, che si era sviluppata in Adriatico sotto forma di luci.
In particolare Pietro Vittorio Curzi pubblicò diversi lavori, sviluppando ampiamente questa ipotesi esplicativa dei fenomeni luminosi.

[Info: Renzo Cabassi; fonte: Maria Teresa Dimitri, Ufficio stampa CNR, www.stampa.cnr.it]

[A proposito del lavoro di Curzi si veda ad es.: Curzi P.V. e Veggiani A., "I pockmarks nel mare Adriatico Centrale", Acta Nat. ŒAteneo Parmense, nr. 21, 1985, pp. 79-90]

[Nell'immagine in alto pockmark; fonte: http://www.martinhovland.com/pockmarks-filer/1.htm]

Giuliani e la sua verità sul terremoto
Come si è detto in queste pagine, il recente terremoto dell'Aquila ha messo in movimento un grande numero di articoli nel mondo scientifico, come mai prima d'ora, che hanno trattato di precursori sismici e della loro possibilità di aiutarci a prevenire le catastrofi dei terremoti.
Durante i primi soccorsi a l'Aquila aveva avuto ampio spazio la notizia che un tecnologo, Giampaolo Giuliani, aveva presisto le scosse del terremoto attraverso l'analisi della presenza di radon (un elemento non nuovo ad essere imputato come precursore sismico).
Ne è nata una grande discussione mediatica sulla qualità delle previsioni di Giuliani della quale è ancora difficile oggi fare una sintesi.
Mentre siamo in attesa degli articoli scientifici di Giuliani, il tecnologo esce con un libro scritto a quattro mani con il giornalista Alfredo Fiorani:

Giuliani Giampaolo, "L'Aquila 2009. La mia verità sul terremoto", Castelvecchi, 2010.
[ http://www.ibs.it/code/9788876153723/giuliani-giampaolo/aquila-2009-mia.html ]

26-28 Aprile 2010. Prossimo il Convegno a l'Aquila dell'IAGA sulle osservazioni elettromagnetiche e gravimetriche del sisma del 6 Aprile 2009
Lo IAGA (International Association of Geomagnetism and Aeronomy) é l'organizzazione internazionale che l'anno scorso ha organizzato a Sopron, in Ungheria, una importante sessione dal titolo "Electrodynamical coupling from the troposphere to the magnetosphere related to thunderstorm electrical activity".
Dal 26 al 28 Aprile 2010 si terrà presso l'Università dell’Aquila, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Consorzio Area di Ricerca in Astrogeofisica, all'Aula Magna “Vincenzo Rivera” (Tensostruttura Polo Universitario di Coppito) un convegno sulle anomalie dei terremoti.
Ad un anno dall’evento che ha sconvolto la città dell'Aquila questo convegno scientifico si svolgerà anche per contribuire alla rinascita sociale e culturale della città.

[Fonte:http://www.iagaitalia.it/it/convegno-sisma.asp]

[Per le informazioni contenute in questa Miscellanea si ringraziano in particolare, Maurizio Morini, Renzo Cabassi e Cristiano Fidani]

giovedì 25 marzo 2010

Aprile 2010. NUOVO ORIONE: A CACCIA DI TLE

Nelle pagine del numero 215 (Aprile 2010) della rivista di divulgazione astronomica Nuovo Orione spicca un articolo di Diego Valeri, studioso dell'atmosfera ed in particolare dei fenomeni vorticosi.
In questo articolo "Guardando sopra le nubi: a caccia di TLE", Valeri fa un'ampia disamina dei fenomeni luminosi TLE (quelli che mi piace chiamare "la famiglia degli Sprite").
Si tratta di quattro pagine molto ben scritte dove tra l'altro si incitano gli astrofili ad abbasssare il loro sguardo sopra le nubi e a monitorare questa famiglia di fenomeni luminosi osservabili strumentalmente a partire dalla stratosfera fino alle quote atmosferiche più elevate.
Egli tra l'altro suggerisce alcune zone di monitoraggio che potrebbero essere interessanti per quegli astrofili che volessero abbordare i TLE (Transient Luminous Events), in particolare: la Pianura Padana, il settore Nord-Est della Penisola, il medio Tirreno, le Puglie e infine l'Appennino Umbro-marchigiano ed il settore Calabro-siciliano.
Un incitamento alla ricerca che speriamo sia raccolto da qualche astrofilo, specialmente al sud d'Italia dove mancano ancora stazioni di rilevamento ottico.

Valeri Diego, "Guardando sopra le nubi: a caccia di TLE", Cielo e Terra, riv. Nuovo ORIONE, nr. 215, Aprile 2010, pp. 58-61.