giovedì 24 aprile 2008

MISCELLANEA

22 aprile 2008: LUCI NEL CIELO DELL'ARIZONA, SI RIPARLA DI UFO
Si è trattato di quattro strani punti luminosi di colore rosso che sono rimasti allineati in diverse formazioni per una decina di minuti nel cielo di Phoenix (USA).
L'avvistamento fatto da diversi testimoni è stato documentato da foto ed almeno un video di Scott Cancelosi (video).
Gli ufolofi hanno immediatamente fatto riferimento a precedenti luci misteriose del deserto dell'Arizona, dette "luci di Phoenix".
I quattro punti luminosi, di colore rosso, in un primo momento sono rimasti allineati poi hanno asssunto diverse "formazioni" durante una decina di minuti, lunedì sera attorno alle 20.00: una linea verticale, una sagoma poligonale, un triangolo,una "U", ed in seguito si rarebbero mossi, dopo pochi minuti, a gran velocità, prima di sparire una alla volta. Il quotidiano The Arizona Republic ha riportato alcune tra le tante testimonianze.
L'evento singolare dopo essere stato la notizia d'apertura dell'agenzia Drudgereport.com si è diffuso nel mondo.
Il Comando di Difesa Aerospaziale degli Usa ha dichiarato che i radars di Sky Harbor non hanno rilevato alcunché, e di cionseguenza non seguirà alcuna indagine militare.
I cittadini della Valley of the Sun affermano di aver osservato chiaramente velocità e movimenti non compatibili con quelli di aerei.
Vi sarebbe anche una spiegazione più semplice, ma purtroppo anonima: una persona ha dichiarato, già il mercoledì, alla tv locale KTVK-TV di essere l'autore del fenomeno delle 4 luci non-identificate.
Poi tale Lino Mailo ha affermato di aver visto il suo vicino di casa lanciare in aria nella serata di lunedì alcuni palloni gonfiati con l'elio.
Siamo come sempre al tipo di ricostruzione degli eventi, assai fragile, su cui si basa l'ufologia per esprimere pareri pro e contro.
FONTI
1) Burchia Elmar, articolo alla URL: http://www.corriere.it/cronache/08_aprile_23/arizona_ufo_punti_luminosi_dc9611ac-114d-11dd-b319-00144f486ba6.shtml , 23 aprile 2008.
2) http://ktla.trb.com/news/ktla-phoenixlights,0,319534.story, 23 aprile 2008.
3) Un pilota afferma che si tratterebbe di palloncini senza portarne evidenze: http://blogs.phoenixnewtimes.com/valleyfever/2008/04/chopper_pilot_says_ufos_probab.php.
4) Poi Mailo che continua a dichiarare responsabile un suo anonimo vicino di lancio di palloncini:
http://www.azcentral.com/community/northvalley/articles/2008/04/22/20080422abrk-strangelights0422.html.
[hanno collaborato per le fonti Giuseppe Stilo, Renzo Cabassi].

24 aprile 2008: TORNA IN TELEVISIONE IL CASO LONZI
Enrico Ruggeri conduce la seconda puntata de “Il Bivio - cosa sarebbe successo se…”, in seconda serata su, Italia 1.
Il protagonista de "Il Bivio" è Valerio Lonzi, testimone di un caso d'incontro ravvicinato con una serie di luci, inchiestato da Corrado Malanga assieme ad un ipnotista.
Nell'ormai lontano 1982, Lonzi era as un campeggio di scouts presso Reppia (Genova) quando, di sera, vede al suolo una sfera luminosa simile al vetro smerigliato, e luminescente. Illuminata dal raggio di una torcia elettrica, la sfera perde luminosità fino a scomparire. Più tardi, Lonzi scorge l'amico Lorenzo, in una strana condizione d'immobilità mentre tre sfere simili a quella veduta in precedenza gli volano intorno.
Il giorno dopo il corpo di Lonzi presenta una serie di cicatrici, che sotto ipnosi affermerà essere state operate da alieni.
Ospiti in studio: Alessandro Cecchi Paone, l'astronauta Franco Malerba e Maurizio Cavallo (protagonista di un'esperienza simile a quella di Lonzi).
(Da: http://www.arezzoweb.it/notizie/speciale.aspanno=2008&idnotizia=9857).
Sul Blog di CIPH-SOSO una mia recensione circa l'articolo del fisico Carbognani e questo aspetto importante del nostro progetto.
Il fisico Cristiano Fidani ritorna sui Fenomeni Luminosi (e non) Transitori Lunari, articolando tre proposte fatte al convegno EGU, da utilizzare nel campo della previsione dei terremoti terrestri.
Sul Blog CIPH-SOSO una ampia sintesi.

lunedì 21 aprile 2008

RECENSIONE DI ALCUNI LIBRI SUGLI UFO USCITI NEL PERIODO 2007/2008

ROSWELL L’ULTIMA INCHIESTA
Il 4 luglio del 1947, a pochi giorni dal primo avvistamento di Kenneth Arnold, i militari americani della base di Roswell annunciano attraverso i giornali che un disco volante si è schiantato al suolo.
Poco dopo arriva la smentita: si trattava in realtà di un pallone sonda.
Per oltre trent’anni nessuno di occupa più della faccenda, ufologi inclusi, fino a quando nel 1978 un militare, che all’epoca del fatto era incaricato del recupero dei resti, contesta la spiegazione data dai militari.
Il dossier viene riaperto dagli ufologi ed inizia così la più grande controversia che il mondo dell’ufologia abbia mai conosciuto.
In ultimo, nel 1994, il General Accounting Office costringe l’aviazione ad aprire i suoi dossier: viene svelato che il disco volante in realtà era un pallone sonda dell’ultra-segreto Project Mogul, destinato a spiare l’Unione Sovietica; ai tempi dell'incidente si era in piena guerra fredda.
Ma una tale spiegazione non accontenta la parte degli ufologi sempre sospettosi di un complotto (e a dire il vero neanche una parte degli ufologi del fronte avverso).
Quel dibattito acceso si affida ad una serie di testimonianze tardive che cominciano ad essere analizzate in ogni loro dettaglio, concentrando su questo singolo caso una massa di tempo e di risorse incredibile.
Karl Pflock (1943-2006), prima consigliere tecnico del General Accounting Office, poi impiegato della CIA, ed infine ufologo tra i maggiori esperti dell'argomento Ufo sviluppa , attraverso queste pagine, un lavoro definitivo sulla questione.
"Roswell l’ultime enquete", fa parte della collana PulpScience voluta e diretta dal sociologo Pierre Lagrange che così scrive: "L’originalità del libro di Pflock consiste nell’essere stato scritto non da uno scettico a priori, ma da un ufologo che ha sempre pensato che una parte degli Ufo fossero molto probabilmente di origine extraterrestre" (p. 9).
Certo è che quelli che avrebbero dovuto essere suoi più stretti colleghi, gli extraterrestrialisti, invece di accettare il fatto che si possa credere all’origine extraterrestre degli Ufo senza per questo dover credere alle testimonianze inattendibili di Roswell, hanno preferito squalificare Pflock (per il fatto che aveva lavorato alla CIA) piuttosto che entrare nel dettaglio delle sue argomentazioni e del materiale che ha prodotto.
Pflock sottolinea in tutto il suo libro che quelli che sono stati proposti come "fatti" in realtà non sono stati molto di più che speculazioni, teorie da salotto, cattivo giornalismo e testimonianze inattendibili, ed infine elementi pretesi fattuali e presentati senza alcun senso critico.
Una prima conclusione dell’autore Pflock è estremamente triste (e sotto gli occhi di tutti): una disciplina come quella ufologica che possiede ben poche risorse si è impegnata su questo affaire, consacrandovi una enorme mole di tempo e mezzi, a detrimento di altri studi che avrebbero potuto essere più fruttuosi e che avrebbero potuto far avanzare la conoscenza e la comprensione del fenomeno.
Attraverso l’analisi dettagliata di tutte le testimonianze l’autore stabilisce che il caso Roswell ha come sfondo una storia accettata da tutti gli ufologi, ma si tratta di una storia opportunamente purgata di tutti quei fatti che non quadrano con l’ipotesi che un disco volante si sia schiantato ed i cadaveri del suo equipaggio siano stati recuperati dal governo.
E, se i dettagli non stanno insieme… tanto peggio.
Riguardo al preteso centinaio di testimoni di Roswell, sono solo quattro le persone che affermano di aver visto i corpi alieni e che sono state interrogate a riguardo.
Uno dei principali testimoni è Frank Kaufmann che afferma di aver visto pure un alieno sopravvissuto, e la cui testimonianza è piena di incongruenze; vi è poi Jim Ragsdale, oggi deceduto, il colonnello Albert Loveyoy e infine Gerald Anderson.
Pflock analizza ogni loro affermazione mostrando come il castello delle prove presenti problemi fin a partire dalle sue fondamenta.
Un punto interessante è che il principale testimone dei resti ritrovati, Mack Brazel, li descrive allo stesso modo degli altri testimoni che hanno avuto la possibilità di vedere quei resti: materiale simile a carta metallizzata ma opaca, come alluminio, che non si riusciva a strappare, e che riprendeva la stessa forma quando spiegazzato.
I testimoni avevano poi descritto altri particolari come dei piccoli bastoncini brunastri che assomigliavano a balsa, che secondo alcuni era impossibile bruciare… dei disegni su un materiale come nastro adesivo…
L’analisi di queste testimonianze mostra che non vi è nulla di veramente incompatibile con un pallone sonda Mogul.
Alla fine della sua lunga verifica, del centinaio di testimoni che conforterebbero l’ipotesi extraterrestre del crash di Roswell, non restano che sette testimoni, e l’analisi di Flock ci dimostra come in realtà tutto il dossier del caso sia assai fragile.
Si tratta di un libro di quasi 400 pagine (compresi una notevole mole di documenti allegati) che comunque la si pensi vale davvero la pena di leggere.
Pflock Karl, "Roswell l’ultime enquete", Terre de Brume, Rennes, gennaio 2007.

UFO: IL FATTORE CONTATTO
L’autore di questo libro, Roberto Pinotti, è l’esempio più emblematico del fallimento del razionalismo ufologico, non per le prove che porta sui dischi volanti, ma proprio per il sistema di credibilizzazione che mette in atto presso gli appassionati Ufo: se questa logica trova tanto pubblico significa quantomeno che il fronte opposto non attua buone politiche.
Quando i media hanno bisogno di intervistare un esperto ufologo non mancano mai di affidarsi alla sua esperienza pluriennale, piuttosto che alla Ragione sostenuta da chi ha cercato di ridurre le testimonianze Ufo ad un semplice fatto di credenze popolari un po’ allucinate. Tra due discorsi indimostrabili il pubblico sceglie il più affascinate.
E’ quindi interessante analizzare la forma di ragionamento di chi, se non il più esperto della disciplina, è senza dubbio il più prolifico ed il più presenzialista degli ufologi italiani.
Affidarsi a monsignor Corrado Balducci, per la prefazione di questo suo ultimo libro sugli Ufo, è già una scelta di campo che sembra suggerire che l’argomento, così come lo si imposta, debba più puntare sull’atto di fede che sugli atti scientifici.
Ed è pure interessante che il suo libro si concluda con quella che si può definire la benedizione della Chiesa sulla possibilità extraterrestre (vedi cap. "Dal resto del mondo alla Chiesa").
D’altra parte quando all’interno del contenitore Ufo si vuole far convivere una serie di fatti, spesso contraddittori nella loro essenza, con una escalation che arriva fino alla difesa dell’indifendibile, vedi il falso filmato dell’autopsia aliena realizzato da Ray Santilli, evidentemente si deve fare ricorso ad una notevole atto di fiducia richiesta al lettore.
Ormai sul filmato di Santilli nemmeno i genitori di questo abile personaggio scommetterebbero una sterlina (viste anche le ultime affermazioni dell’autore della truffa), ma ciò non impedisce a Pinotti di concludere: "Va da sé che tutta la vicenda presenta tali aspetti da fare necessariamente pensare a una pur abilissima messinscena. Ciò nonostante, pur con tutte le polemiche e le contraddizioni del caso, tuttora verrebbe da dubitarne".
Insomma anche un bugiardo e truffatore come Santilli avrebbe potuto dire un minimo di verità, oppure potrebbe anche lui far parte del complotto governativo…
E, Pinotti neppure può escludere che Santilli si sia dichiarato un falsario per evitare l’accusa di ricettazione del filmato da parte del governo Usa, etc., (ad libitum…).
Nonostante questo suo personale modo di procedere tra i fatti, Pinotti si domanda perché l’argomento ufologico non abbia ricevuto sufficiente attenzione da parte della scienza.
La ragione per Pinotti è molto semplice (e non riguarda il modo con cui gli ufologi costruiscono i loro fatti riguardo gli Ufo): il governo, i servizi segreti, i militari ci occultano la verità, la falsificano, impongono il silenzio, depistano ed ingannano, e, non solo l’opinione pubblica ma anche gli scienziati stessi (quando a loro volta non fanno parte del complotto).
Tutto questo perché? Le autorità vogliono evitare il panico di massa.
Pinotti sembra credere veramente alla storiella del panico che si creerebbe se si scoprisse questa invasione aliena, e fa riferimento al famoso scherzo di Orson Welles, nel 1938, quando annunciò alla radio lo sbarco dei marziani (sull’evento Pinotti ha scritto anche un libro, senza nemmeno preoccuparsi, nei panni del sociologo, di vedere cosa altri sociologi hanno scritto; ad es. Lagrange Pierre, "La guerre des mondes a-t-elle eu lieu?", Robert Laffont, 2005).
Pinotti usa con i suoi lettori lo stesso metodo di cui accusa le autorità: infatti tutto il suo libro presenta un quadro assai preciso dello sviluppo del fenomeno (la sua versione ufficiale) che però può essere coerente solo a patto di occultare, nascondere, modificare certi fatti. Una prova del suo personale cover-up? Andate alla bibliografia e non troverete lavoro alcuno di chi non la pensa come lui.
Questa è davvero una strana concezione della verità. Perché l’occultamento messo in atto dall’ufologo non è altrettanto disdicevole di quello che metterebbero in atto le autorità?
Quanto alle tematiche che riguarderebbero gli Ufo, tutto si tiene insieme: le luci di Hessdalen, i cerchi nel grano, l’autopsia dell’extraterrestre, il crash di Roswell, il progetto SETI, etc.
Nessun ufologo se la sentirebbe oggi, neanche tra gli ufologi americani, di difendere quello che Pinotti definisce un "documento sconcertante", il famoso Majestic 12, ma poco importa.
Sappiamo che l’autore di "Ufo: il fattore contatto", è attratto dai documenti anonimi (come ad esempio lo è stato per i cosiddetti "X-files fascisti") e su tali documenti senza firma e mittente sembra davvero convinto di potere costruire dei fatti degni d’attenzione, magari di quella degli scienziati.
Ma come funziona il meccanismo che attua Pinotti per convincerci della sua tesi? Perizie e verifiche sul Majestic 12 inducono a credere che i documenti inoltrati all’ufologo Shandera non sono genuini? Anche questo non è così importante come sembrerebbe a rigor di logica.
Pinotti, pur ammettendolo, si domanda se questo basti davvero a liquidare il tutto (cioè tutta la complessa costruzione fatta a partire dall’idea che il documento fosse autentico), visto che molte informazioni tratte dal documento falso si sarebbero comunque rivelate vere.
Si tratterebbe di documenti non-autentici che riferiscono informazioni esatte, e sarebbero in fondo dei falsi in senso tecnico, ma dei rendiconti genuini in senso storico.
Una volta che il documento anonimo viene smentito, si afferma che esso è un prodotto dell’intelligence, che per depistare avrebbe inserito elementi veri (ovviamente è impossibile dimostrare un simile complotto, poiché è solo frutto di una escalation di ipotesi per impattare i fatti in contraddizione con l'ipotesi iniziale).
Evidentemente sfugge completamente a Pinotti che per scrivere la Storia si debba partire da documenti di provata origine e affidabilità.
Ovviamente per convalidare la tesi del complotto governativo, si deve fare affidamento anche ad una serie di "strani suicidi" di ufologi come quello ad esempio del fisico James Mc Donald.
Si fa capire al lettore che lo scienziato americano, che si era interessato agli Ufo, sarebbe stato eliminato perché "scomodo".
Ma è possibile che Pinotti non abbia letto la bellissima e precisa bibliografia dell’extraterrestrialista Ann Druffell, ("Firestorm", Wild Flower Press, 2003)? Non solo l’ufologa americana Druffel raccoglie una serie di dati che smentiscono questa leggenda, ma anche una testimonianza della consorte di Mc Donald che conferma la depressione dell’ultimo periodo di vita del marito.
Il lavoro del fisico americano è stato uno dei rari esempi di ufologia come produzione scientifica. Non sarebbe stato meglio che Pinotti si fosse soffermato su quei fatti per difendere la causa degli Ufo? Pinotti invece si sofferma sul suicidio di Mc Donald e su quello altrettanto sospetto di Marylin Monroe, anche lei ovviamente informata sul segreto degli Ufo, etc…
Quanto al crash di Roswell, poco importa che la storia del testimone principale, Kaufmann, sia vera o falsa, neanche questo basta a modificare l’intero scenario.
Su questa fragile costruzione dei fatti si può a questo punto pure inserire la serie di farneticazioni del colonnello Philip Corso…
Questa è la logica con cui Pinotti affronta quelli che oramai per lui sono i fatti centrali che riguardano gli Ufo: questa logica evidentemente non ha bisogno dell’analisi dei fatti che riguardano gli Ufo come fenomeno, in questo sistema di pensiero dove i fatti importanti ci vengono occultati da mille complotti, gli Ufo sono extraterrestri senza alcun bisogno di essere identificati, poiché la loro dimostrazione appartiene alla politica dei poteri occulti che detiene la verità.
Pinotti ci propone di essere pedine fiduciose e ci dice di fidarsi di lui, in altre parole di credere e di lasciarci manipolare, non dalle autorità governative, ma dal suo discorso di autorità.

Pinotti Roberto, "Ufo fattore contatto. Alieni, Intelligence ed Esopolitica", Oscar Mondadori, febbraio 2007.

FANTASCIENZA E DISCHI VOLANTI
Sempre nella collana PulpScience diretta da Pierre Lagrange, viene rieditato, in una versione aumentata, il libro del sociologo Bertrand Méheust, che era stato pubblicato per la prima volta nel 1978, facendo nascere un dibattito che non si era solo limitato al mondo un po’ claustrofobico degli ufologi.
Méheust è uno dei più interessanti autori di ufologia, forse anche uno dei più complessi (la sua è una vera e propria filosofia degli Ufo), e sicuramente anche uno dei più fraintesi.
Il fatto è che fin dall’uscita dei suoi primi lavori sugli Ufo, che hanno scoperchiato un enorme vaso di Pandora, la sua ricerca nell’ambito della fiction americana della prima metà del secolo scorso, è stata utilizzata dall’ufologia scettica come la prova che il testimone Ufo è influenzato ed in qualche modo allucinato dalla sua cultura fantascientifica.
In realtà l’analisi di Méheust è molto più sofisticata, e proprio per il fatto che non trae conclusioni di parte nonostante il suo abbondante raccolto, è stata o travisata dai razionalisti o vituperata dai credenti.
In altre parole, hanno voluto fare di Méheust uno dei fondatori della corrente psico-sociologica (ci avevano già provato con Jung) e certo l’incursione della fantascienza era virtualmente portatrice di quelle concezioni scettiche che si sono sviluppate a partire dagli anni 80.
Méheust propone di vedere nei "dischi volanti" una realtà "mitico-fisica".
Quindi la coincidenza fantascienza/dischi-volanti permette, secondo l’autore, di ritrovare in qualche modo la componente culturale dei rapporti Ufo, e di poter discernere ciò che viene dall’essere umano da ciò che appartiene al fenomeno stesso.
Qualcosa di simile a ciò che è successo in altra epoca con il fenomeno detto dei "fuochi fatui", quando i nostri antenati pensavano di vedere fantasmi di defunti.
Nella sua post-fazione Pierre Lagrange spiega molto bene come Méheust, differentemente dalla corrente riduzionista psico-sociologica, abbia fatto entrare la cultura come elemento inevitabile nel dibattito Ufo, ma evitando l’errore di ridurre gli Ufo solo all’aspetto culturale (p. 353).
Purtroppo, conclude criticamente Lagrange, l’emergere della "nuova ufologia" ha ridotto il primo lavoro di Méheust ad un semplice pamphlet anti-Ufo (p. 356).
Questa riedizione di più di 400 pagine (con una serie di interessanti immagini in bianco e nero), è l’occasione per riposizionare le idee dell’autore di questo eccellente lavoro.

Méheust Bertrand, "Science-Fiction et Soucoupes Volantes, une réalité mythico-physique", Terre de Brune, Rennes, maggio 2007.
FENOMENI AEREOSPAZIALI NON IDENTIFICATI
In altre parole i Fenomeni Aerospaziali Non Identificati, in francese PAN, sono l’acronimo più "scientifically correct" con cui il GEIPAN francese denomina gli Ufo.
Questa antologia diretta da Yves Sillard, del Comitato di Controllo del GEIPAN (l'organismo ufficiale che attualmente studia gli Ufo), è una vera occasione mancata.
Se il libro "Phénoménes Aérospatiaux Non identifiés…" voleva essere la prima concretizzazione dell’atteggiamento informativo del rinnovato organismo del CNES per lo studio delle testimonianze Ufo, non si può nascondere la nostra delusione.
La prima parte sviluppata da Jacques Patenet è senza dubbio la più interessante e riassume le metodologie di indagine dell’organismo francese, che si rifanno al periodo in cui l’ente si chiamava Gepan, e che sembrano giustamente trascurare la fase in cui l’ente era stato modificato in SEPRA e gestito da J.J. Velasco.
Sinceramente ci pare una metodologia che accusa il passare degli anni, ma contiamo che Jacques Patenet, con l’avanzare del suo programma, prenda atto dei diversi suggerimenti che gli sono giunti dal gruppo di consulenti da lui stesso nominato.
Nelle pagine successive Patenet traccia la sintesi di una serie di casi storici trattati dall’ente in passato (che tutti gli esperti conoscono), mentre Dominique Weinstein riassume la casistica degli avvistamenti mondiali dei piloti e della casistica aerea con rilevamenti radar (si fanno diversi riferimenti al NARCAP dello studioso Richard Heines).
Vero è che Patenet recentemente ha lodevolmente messo in atto un protocollo per raccogliere tutti gli avvistamenti Ufo di piloti che per mille ragioni nel passato non sono venuti a galla.
A qualche breve considerazione sviluppata da Jean-Claude Ribes sulle attitudini degli scienziati di fronte agli Ufo, passando per le osservazioni fatte dagli astronomi, fa seguito una lunga divagazione su complotto e disinformazione secondo François Parmentier [sulle teorie del complotto rimando alla recensione di queste pagine dell’ultimo libro di Lagrange].
Infine leggiamo un po’ attoniti a qualche pagina, in difesa della Ragione, scritta da Jacques Arnould.
Arnould sembra dirci che piuttosto che gli Ufo abbiano una deriva verso la credenza, è meglio che se ne occupino gli scienziati; in altre parole è un invito a prendere seriamente in considerazione solo la dimensione umana del fenomeno, e quanto ai testimoni: "Accordare loro un minimo interesse non è necessariamente concedere loro un credito irragionevole: è piuttosto ammettere che l’umanità non sfugge a questi interrogativi e che essa vi trova pure, qualsiasi siano le risposte, le occasioni ed i mezzi per meglio conoscere l’essenza della propria natura".
Pare di capire che si debba inoltre fare attenzione a non abusare dell’immaginazione: "Mentre sorvegliamo di non debordare troppo velocemente dai confini dell’obiettività scientifica e del buon senso morale, conviene, io credo, conservare all’umano le sue capacità di immaginare" (p. 179).
La scienza come guardiana di ciò che è lecito o non è lecito immaginare, ed impegnata a sterilizzare il fenomeno Ufo in quanto tale, piuttosto che ad isolarlo: si tratta a mio parere di una pessima conclusione per un libro che doveva essere dedicato allo studio delle testimonianze Ufo.
In realtà il libro non si conclude qui, ma con una terza parte di circa sessanta pagine, scritte da Pierre Marx, tutte inutilmente dedicate ai nostri viaggi intergalattici futuri e alla nostra avanzata tecnologica per poterli realizzare. E’ difficile capire cosa questo possa avere a che fare con il fenomeno oggetto di studio del GEIPAN.

Sillard Yves, editor, "Phénoménes Aérospatiaux Non identifiés. Un défi pour la science", Le Cerche Midi, aprile 2007.
UFO: CIO’ CHE NON VOGLIONO VOI SAPPIATE
In questo testo originale Pierre Lagrange svolge un’analisi della teoria del complotto a partire dal concetto espresso da Pierre-André Taguieff (in "La foire aux illuminés", ed anche in "L’imaginaire du complot mondiale", 2006) secondo cui le teorie del complotto corrispondono ad una certa forma di pensiero magico e che, quelle teorie che parlano di complotto sugli Ufo, avrebbero una origine politica.
Esse si ricollegherebbero in qualche modo alle teorie sul complotto ebraico e alla diffusione nel secolo scorso dei "Protocolli dei Saggi di Sion", ragion per cui non possono essere slegate dal loro contesto, per essere capite.
Allo stesso modo, ad esempio, il complotto denunciato da William Cooper, che affermava l’esistenza di un patto scellerato tra governo americano e extraterrestri, trovava l’origine di queste idee nei movimenti di estrema destra a cui questo personaggio era legato.
Pierre Lagrange afferma inoltre che le teorie del complotto trovano curiosamente una simmetria esatta, e parte delle loro origini, nel discorso razionalista sulla teoria del complotto oscurantista contro la Ragione (la scienza è minacciata dalle credenze nel soprannaturale).
Nella prima parte del libro egli attraversa la storia dello sviluppo di queste teorie in Francia e possiamo osservare come molti degli aspetti sottolineati li ritroviamo perfettamente replicati anche da noi.
Senza dubbio gli Ufo hanno anche una storia precedente al 1947.
L’astronomo Camille Flammarion all’inizio del secolo scorso catalogava un particolare gruppo di meteore lente, dalle caratteristiche molto anomale, che aveva denominato bradytes; molto presto con la professionalizzazione dell’attività scientifica certi fenomeni, troppo rari e troppo poco promettenti in termini di ricadute non saranno più ritenuti degni di attenzione e di impegno di studio: sono quelli che Lagrange chiama "fenomeni orfani".
I bradytes col passare del tempo ritenuti poco proficui, spariranno dalle pagine delle riviste scientifiche.
Nel dopoguerra questa attitudine si accrescerà e con l’avvento delle testimonianze Ufo apparirà chiaro il Grand Partage della scienza: non ci saranno più studiosi come Flammarion a raccogliere certe anomalie e, una volta per tutte, il pensiero scientifico cercherà di separarsi dal pensiero magico; già le prime controversie del 1947 sugli Ufo attestano questa volontà del discorso scientifico di separarsi dalla cultura popolare.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, i militari dell’Air Force cominceranno ad essere criticati per la loro attitudine alla segretezza sul dossier Ufo, mentre in anni come il 1952 il cielo sarà letteralmente invaso dagli Ufo: inizia a nascere il sospetto che la verità ci venga tenuta segreta.
Nel 1956 è soprattutto Donald Keyhoe, prima militare poi giornalista pro-Ufo, che contribuisce notevolmente alla diffusione dell’idea della cospirazione del silenzio.
In Francia, per contro, già nel 1951 l’astronomo razionalista Evry Schatzman scriverà una serie di articoli per denunciare il mito reazionario degli Ufo importato dagli USA che si nutre dell’ideologia dei romanzi di fantascienza, mentre nel loro paese di origine, si farà carico di questa deriva irrazionale lo scienziato Donald Menzel che svolgerà un intenso lavoro di riduzione, sempre in nome della difesa della Ragione.
Gli anni 60 ed il lavoro del Rapporto Condon opereranno infine un colpo d’arresto verso ogni interesse scientifico sulla materia degli Ufo, stabilendo autonomamente cosa è di interesse scientifico e cosa non lo è.
Cosa succede nel frattempo sul fronte europeo? La Francia è al centro del dibattito sugli Ufo. Da una parte il CNES crea il GEPAN e sul fronte degli ufologi nasce la "nuova ufologia" con il lavoro dell’ufologo Michel Monnerie "Et si les ovnis n’existaient pas?": una riduzione delle testimonianze che per la prima volta si fa spazio all’interno dell’ufologia stessa.
Mentre una parte di ufologi darà inizio all’ipotesi psicosociologica, di fatto sbarazzandosi degli Ufo, da parte GEPAN si ricomincia a rivedere un po’ di scienza riaffacciarsi sull’argomento (in tal senso la serie di volumi e note tecniche realizzati sotto la direzione di Claude Poher).
Di fatto, spiega Lagrange, questi nuovi ufologi "rigettano l’idea di inventare una pratica di ricerca per gli Ufo e dilatano la controversia…" (p. 40).
In quello stesso periodo, il tema della cospirazione, sul fronte dell’ufologia credente, comincerà a farsi sentire, in Francia (e in Europa).
Oltreoceano la teoria del complotto, che aveva posto le sue radici negli anni 50 in particolare con Donald Keyhoe ("Aliens from space"), troverà il suo completamento attraverso i falsi documenti del Majestic 12, nel 1987, trovando anche tra gli ufologi europei numerosi sostenitori.
Lagrange ci mostra come le teorie del complotto vengono prima sviluppate dagli ufologi contro la struttura Gepan del CNES, e successivamente dal suo responsabile J.J. Velasco a sua volta convinto che la verità sugli Ufo gli sia nascosta dalle autorità.
Così, poco dopo la creazione del Gepan, si comincia a sospettare che la vera ricerca sugli Ufo sia fatta altrove, e che l’organismo del CNES sia là solo per soffocare la verità.
La nuova ufologia scettica non è da meno nel criticare il metodo scientifico secondo cui opererebbe l’ente Gepan.
Fatto sta che dietro le teorie del complotto vi è soprattutto una concezione banale della prova scientifica e della conoscenza.
Analizzando dettagliatamente questa idea di scienza che hanno gli ufologi, e ad esemplificazione l’analisi svolta da François Parmantier, Lagrange traccia un primo punto conclusivo: "Mentre gli storici delle scienze hanno dimostrato che la realtà è prima di tutto il risultato di un lavoro collettivo, di molteplici dibattiti, controversie e negoziazioni, su ciò che la costituisce, la tesi di Parmantier cerca di dirci che la realtà viene dalla constatazione, esiste, che alcuni conoscono la verità, e che a partire da ciò è sufficiente ottenere le confessioni delle autorità" (p. 102).
La scienza invece è "un processo complesso" mentre gli appassionati di segreti hanno al contario questa idea davvero vaga della complessità del processo di produzione dei fatti scientifici.
In altre parole gli ufologi come Parmantier cercano una "spiegazione monocausale", e secondo loro tutto nella politica americana si spiega con la disinformazione. Ma i documenti declassificati al contrario ci dimostrano che, lontano dal disporre di fatti tangibili, le autorità "cercano soprattutto a dissimulare che sono incapaci di considerare o di gestire il problema posto dai dischi".
Per questo motivo Lagrange afferma che il modo di formulare la storia dei dischi volanti non può essere diversa dalla elaborazione storica di qualsiasi altro argomento, precisando che : "… ci sono delle regole non aggirabili dal punto di vista della storia delle scienze: il lavoro scientifico consiste nello stabilire dei fatti e, sulla base di questi fatti, a stabilirne dei nuovi, cosa che produce una letteratura specifica. Ora non si constata niente di simile nella storia dei dischi" (p. 103).
Il metodo degli ufologi si basa invece su una raccolta di sospetti, dove l’accumulo di questi sospetti dovrebbe portare il lettore a convincersi della realtà nascosta sui dischi volanti.
Questo, spiega l’autore per analogia, è lo stesso metodo che negli anni 50 fu utilizzato da McCarty per accusare diversi attori ed un gruppo di persone famose di colludere con Mosca e di essere comunisti.
Nel quarto capitolo Lagrange mostra come un gruppo di militari e di ingegneri francesi, il COMETA, si sia a sua volta persuaso che la disinformazione fosse lo strumento usato dai militari americani per nascondere la verità sugli Ufo.
Dalle conclusioni del COMETA (che vuole rappresentare se stesso come la ragione degli esperti contro la passione degli ufologi) ne uscirà un rapporto assai fragile che farà da sponda alla teoria del complotto ed che riuscirà a dare fiducia anche ad incredibili affermazioni come quelle del colonnello Corso su Roswell.
La cosa più bizzarra è che la "griglia cospiratoria" con la quale gli ufologi ridefiniscono la storia degli Ufo prevede un complotto totale organizzato a partire dai militari, ma poi quando un militare, come nel caso del colonnello Corso, svela una "verità" che corrisponde a tale griglia non è più parte del complotto e della disinformazione ma sta svolgendo una confessione sincera.
Un altro problema della teoria del complotto è che i complotti sospettati dagli ufologi, funzionano come "le bambole russe" e diviene impossibile in ufologia fare il minimo passo senza sospettare o essere sospettati di complottismo.
Lagrange ci dimostra che: "Dietro a queste differenti rappresentazioni del complotto, vi sono delle concezioni radicalmente diverse della democrazia. Difendendo la visione del complotto dove il pubblico dovrebbe attendere che le autorità gli rivelino la verità sui dischi, viene difesa l’immagine classica che oppone sapere ed ignoranza. I potenti sanno, aspettiamo che si degnino di informarci" (p. 212).
Per Lagrange il complottismo è parte integrante della nostra cultura e non si limita solo agli ufologi, ma anche ai razionalisti che sospettano in continuazione un complotto contro il Sapere: da qui ad una vera e propria crociata contro l’ignoranza popolare, come quella messa in atto dall’astronomo Donald Menzel, il passo è breve.
Per i razionalisti la credenza popolare nelle visite extraterrestri minaccia la scienza.
Dietro queste visioni di complotto e comportamenti concomitanti sembra esistere una volontà di disegnare una scienza autoritaria: che sia in mano ai professionisti alla Menzel oppure che si tratti di quella proposta dal comitato COMETA, si tratta di una scienza abbastanza irrealistica che dovrebbe tendere ad eliminare ogni dibattito democratico ed ogni altro attore.
Purtroppo siamo impregnati di discorsi sulla scienza vista come sorgente di certezze, mentre facciamo ancora fatica ad integrare l’idea che "la scienza produce delle associazioni di cui bisogna testare la resistenza e che, quando prendiamo una medicina o acquistiamo un’automobile, noi non siamo davanti ad una scatola nera, ma di fronte ad una esperienza, dove il nostro organismo o il nostro garage è un annesso del reparto ricerche" (p. 182).
Ma il libro di Lagrange dice molte più cose di quanto malamente ho potuto riassumere in queste poche pagine. Passo dopo passo ci conduce attraverso una dimostrazione delle sue ragioni basata su fatti storici fino alla contemporaneità e sfodera una analisi puntigliosa (che a volte può sembrare ripetitiva), insistestendo sul tema del Grand Partage, che oppone in modo sbagliato scienza e popolare, razionale ed irrazionale…
Lagrange non vuole solo concludere che in fondo i razionalisti non sono meglio degli appassionati Ufo e che non c’è un complotto ma solo una credenza del complotto.
Egli ci mostra "l’esistenza di un verosimile doppio linguaggio delle autorità militari e scientifiche sugli Ufo a partire dal 1947" (p. 185).
La storia del dopoguerra evidenzia come gli americani fossero già fortemente preoccupati di quanto i sovietici potevano aver sviluppato, approfittando delle conoscenze dei nemici nazisti, in fatto di armi segrete.
Con l’irruzione dei dischi volanti, i militari si trovano nel dubbio se credere agli avvistamenti dei loro piloti oppure seguire il parere degli esperti scientifici.
In pubblico i militari, che non sanno come maneggiare il problema Ufo, preferiscono offrire segnali rasserenanti per non preoccupare la popolazione.
Questo è per Lagrange il vero ed il solo cover-up che definisce "una cospirazione fondatrice del mondo moderno nel quale viviamo"; egli afferma: "si tratta soprattutto del fatto che [i militari e gli scienziati] vogliono servirsi dei dischi per confortare una certa immagine del mondo moderno, immagine centrale che consiste nell’immaginare un mondo diviso in due, da un lato l’elite razionale e dall’altro l’opinione irrazionale" (p. 185).
Infine il problema degli extraterrestri, ed il paradosso di Fermi, in poche parole "se ci sono perché non li vediamo?".
L’ipotesi extraterrestre non viene esclusa dall’autore, e se è vero che al momento non abbiamo una risposta i militari a tale riguardo "non erano meglio armati di chiunque altro di fronte ad una tale domanda" (p. 208).
Il libro consta di 367 pagine e più di un terzo consiste in una ampia serie di documenti che dimostra anch’essa la fragilità di questa visione totalizzante della realtà degli Ufo.

Lagrange Pierre, "OVNIs: ce qu’ILS ne veulent pas que vous sachiez", Presse Du Châtelet, maggio 2007.

domenica 20 aprile 2008

18 e 19 aprile 2008. SOSO: UNA GIORNATA PARTICOLARE

La notte tra il 18 e 19 aprile 2008, è stata molto particolare, non solo per aver rilevato una serie di meteore in concomitanza con fulmini, ma anche 5 eventi Sprites.
Concomitanza ovviamente non vuole dire correlazione (anche se esiste una piccola serie di articoli scientifici in tal senso).
Il filmato qui di seguito mostra una serie di due lampi a cui, a qualche decimo di secondo, fa seguito una meteora:
Abbiamo quindi una serie di eventi Sprites (si tratta di cinque eventi nell'arco di 9 minuti, con eventi sprites in movimento):
Una meteora con evento lights:
Ed una serie di flashes di cosmic rays (?):
Ulteriori informazioni sugli eventi sprites a cura di Roberto Labanti sul Blog CIPH/SOSO e su EUROSPRITE.

venerdì 18 aprile 2008

10 MAGGIO, GLI ASTROFILI DI OSTELLATO ED IL CIPH/SOSO

Il Gruppo Astrofili Columbia (in collaborazione con la rivista di astronomia Coelum Astronomia e Unione Astronomica Italiana) organizza la XI edizione della manifestazione CielOstellato, in località Valli di Ostellato (FE), per i giorni 9, 10 e 11 maggio 2008.
Sabato 10 per la sessione Conferenze e Approfondimenti, alle 10.30, il Comitato Italiano per il Project Hessdalen, presenterà il progetto di monitoraggio di Fenomeni Luminosi Transitori in Atmosfera, e la stazione SOSO, realizzata da Massimo Silvestri.

martedì 15 aprile 2008

SPECIALE UFO DELL'"ASSOCIATION FRANCAISE POUR L'INFORMATION SCIENTIFIQUE"

Il bollettino SPS (Science & Pseudo-Science) dell'associazione AFIS (Associazione Francese per l'Informazione Scientifica), nel numero di gennaio 2008 (nr. 280) dedica uno Speciale agli Ufo (pp. 35-56), con:
1) Un articolo breve di Jean Bricmont,"Est-il rationnel de croire aux visites d'extraterrestres?".
2) Un'intervista a David Rossini, Eric Maillot, Eric Deguillaume, "Trente ans d'etudes du CNES(1977-2007)".
http://www.pseudo-sciences.org/spip.php?article835 .
I tre autori hanno appena pubblicato il libro "Les OVNI du CNES", book-e-book, colletction Zététique.
3) Un articolo brevissimo di Agnès Lenoire, "Vie extraterrestre et ovnis".
http://www.pseudo-sciences.org/spip.php?article839.
4) Articolo sull'esobiologia di Olivier Esslinger, "La recherche d'intelligence extraterrestre".
Lo Speciale-Ufo dell'AFIS non presenta particolare interesse, restando vincolato a tutte quelle logiche che hanno reso il dibattito sugli Ufo ingessato e sterile: la domanda di una prova "straordinaria", il rasoio di Occam, il paradosso di Fermi, etc., tutti argomenti ampiamente trattati in forma critica nell'ambito di questo blog.
Ritengo si tratti di strategie tutte orientate al non fare.
La zetetica espressa dal bollettino sembra dire "si agli extraterrestri" purchè collocati ad opportuna distanza, in modo da non poterci raggiungere qui sulla Terra: la possibilità che arrivino fino a noi è credenza, mentre è scienza solo la possibilità che non varchino i nostri confini.

mercoledì 9 aprile 2008

PERCHE' NON SI VEDONO PIU' GLI UFO

Gli ufologi razionalisti tendono sempre più (in questi ultimi anni) ad una definitiva resa dei conti con il residuo 5 % di avvistamenti non identificati (questa è la percentuale mitica ricorrente per gli Ufo in Italia). Molti di loro si pongono la domanda ormai insistente se sia il caso di continuare ancora ad occuparsi di Ufo visto che anche la casistica tende a ridursi e ad inquinarsi con altri racconti che ben poco sembrano avere a che fare con gli avvistamenti storici (rapimenti, cerchi nel grano, autopsie alieni, etc.). Inoltre i casi più bizzarri e tradizionali come i cosidetti Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo si sono ridotti, negli ultimi 10 anni, al lumicino.
Si domandava di recente, l'ufologo Paolo Toselli nel suo blog su FOCUS: "L’ufologia in quanto tale, ovvero lo studio dei rapporti derivanti dalle testimonianze di avvistamento UFO, ha ancora ragione di sopravvivere, se il suo oggetto di studio si sta estinguendo? Ci dobbiamo solo più limitare ad un’analisi storica, inerente gli eventi del passato? Naturalmente la scomparsa dei dischi volanti potrebbe essere smentita già domani stesso, in base alla nota battuta dell’astrofisico francese Pierre Guérin che in ufologia appena una legge viene scoperta e dimostrata, poco dopo capita qualcosa che la contraddice."
Il problema andrebbe almeno diviso in due parti, altrimenti, se partiamo dalla considerazione che la quasi scomparsa degli incontri ravvicinati con entità aliene sia strettamente correlata con il resto della casistica di luci ed oggetti non identificati in diminuzione, confessiamo in qualche modo una certa nostalgia per i bei tempi che furono, per le teorie extraterrestri e per gli abitanti di queste teorie.
In altre parole confessiamo il fatto di essere non tanto nell'abito di una ufologia scettica (nel senso più filosofico del termine) ma solo di una ufologia delusa.
In mancanza degli extraterrestri, che ci aspettavamo ancora negli anni 70, il paradosso di Fermi è risolto in modo estremamente semplicistico: a cosa servirebbe occuparsi ancora di dare risposte a dei testimoni, pochi peraltro (che chiedono spiegazioni circa ciò che hanno visto senza riuscire a darsene ragione)? Non deve quindi meravigliarci che un appassionato di ufologia, di idee opposte a quelle di Toselli, Tommaso di Pietro, irrompa con il suo commento indispettito nel Blog di Focus ed abbia vita facile, di fronte a questo modo di porre il problema, commentando: "Vede sig. Toselli, il suo modo di fare ufologia è completamente lontano dalla realtà di quella ricerca diretta sul campo che pressochè quotidianamente si imbatte in casi e testimonianze di avvistamenti che in una non piccola percentuale non sono spiegabili. Quindi il suo modo un po' snob di fare ricerca ufologica oltre ad essere sbagliato è anche controproducente per l'ufologia stessa...".
E, via di seguito sforna allo studioso Toselli, collocato nella posizione di ufologo da scrivania (come si è soliti fare in questi casi per tagliar corto con l'avversario), una serie di casi Ufo appena capitati, che tra l'altro, vale solo la pena di accennare, lo studioso Toselli ben conosce, se non anche meglio del suo interlocutore.
Siamo al solito impasse tra ufologi, dove uno accampa un certo lavoro sul terreno ed un maggior impegno sul dossier Ufo (peraltro più un fatto di quantità che di qualità), mentre l'altro nega di fatto ogni possibilità di esistenza ad un dossier Ufo che conterebbe ormai un tale numero insufficiente di casi da non poter far continuare l'ufologia ad esistere.
Ovviamente sbaglia l'irruento interlocutore ad accusare Toselli (e l'associazione CISU) di svolgere le inchieste in modo insufficiente (poichè questo è semmai un male comune all'ufologia di oggi), e sbaglia anche Toselli a farne un problema quantitativo, anche perchè se per assurdo restasse anche un solo ed unico caso di Ufo inspiegato, il problema posto dalle testimonianze non sarebbe comunque risolto.
La scienza è sempre un fatto qualitativo.
D'altra parte questo è un tipo di discussione che non è affatto nuovo in campo ufologico.

Quante volte è già stata annunciata l'estinzione anticipata degli Ufo? Già le conclusioni del fisico Edward Condon che dirigeva il gruppo di indagine governativa dell'università del Colorado (USA), nel 1969, era giunto con determinazione alla conclusione, in bella vista in apertura del suo omonimo rapporto, che non si vedeva nessuna ragione perchè la scienza si occupasse delle testimonianze Ufo (Condon Report: http://ncas.org/condon/text/sec-i.htm).
I contenuti stessi del suo rapporto di mille pagine lo smentivano.
E se ciò non fosse bastato, nel 1973 il territorio americano assisteva ad una vera invasione di avvistamenti Ufo.
Basti poi ricordare che nel 1989 la nota associazione belga Sobeps era sul punto di chiudere la sua sede e buttare via la chiave, quando nel 1990 si assistì ad una delle più incredibili ondate ufologiche che si fosse mai avuta in Europa.
La cosa comunque non impedirà più di recente la rinuncia dei componenti della Sobeps a continuare la loro lodevole attività nel 2007, sbarazzandosi di tutto, archivi decennali compresi, senza troppi rimpianti da parte loro.
Forse, è piuttosto il caso di indagare la ragione per cui ci sembra che gli Ufo siano di nuovo scomparsi, ed applicare una volta tanto qualcosa del metodo sociologico.
Il sociologo Pierre Lagrange ritiene che la causa di questa situazione risieda nel fatto che il nostro interesse come pubblico verso gli Ufo si è trasformato (1).
Questo sarebbe successo nel periodo 1994-1995. Se prima la stampa ne aveva fatto un certo parlare poichè il fenomeno aveva aspetti bizzarri che divertivano ed attiravano i lettori, in quel periodo gli Ufo cominciarono a perdere molto del loro appeal.
La diffusione in quegli anni della serie americana televisiva X-Files, basata sul "fatto" del complotto governativo/militare che nasconde la verità sui dischi volanti, è una delle componenti che ha aiutato questo cambiamento di attitudine verso gli Ufo.
Si aggiunga la truffa del filmato dell'autopsia dell'alieno di Roswell, realizzata da Ray Santilli nell'estate del 1995. Da quel momento l'immagine del complotto non solo si è globalizzata ma ha raggiunto il vasto pubblico (e non riguarda più solo una idea relegata agli ufologi credenti).Da quel momento il linguaggio degli Ufo viene a fare parte integrante della cultura di ogni persona nel globo. Di colpo non c'è più bisogno di osservazioni, e anche se la gente continua a vedere delle cose in cielo, gli Ufo sono oramai un prodotto culturale, ed i giornali non si preoccupano più di darne notizia.
Da parte loro i testimoni esitano (più di prima) a riportare le loro osservazioni... testimonianze che sarebbero ben poca cosa se confrontate con il segreto che ci sarebbe tenuto nascosto dalle autorità americane.
In conclusione l'unica cosa che ci sembra davvero scomparire dal panorama, sono gli ufologi stessi, mentre il cosidetto "iceberg delle testimonianze" (definizione di quei casi che non emergono, secondo una felice definizione di Toselli) comincia negli ultimi anni ad affondare, contro ogni logica, e a far affiorare cose che ben poco hanno a che vedere con il fenomeno.

NOTE
1) Rivista "Sciences et Avenir", agosto 2006, titolo copertina "Pourquoi les OVNI ont DISPARU", intervista a Pierre Lagrange, p. 42.

martedì 8 aprile 2008

LIBRI DI ULTIMA USCITA SU UFO, EXTRATERRESTRI, E ANOMALISTICA

1) Fantoli Annibale, "Extraterrestri. Storia di un idea dalla Grecia ad oggi", Carocci editore (http://www.carocci.it/), 2008.
2) Pirola Carlo, "UFO on the road. Un altro viaggio nel mistero", edizioni Cerchio della Luna (http://www.cerchiodellaluna.it/, 2008.
Si tratta del seguito del precedente libro "UFO Revisited" (2004).
3) Teodorani Massimo, "Sfere di Luce", Macro Libri (http://www.macrolibrarsi.it/), aprile 2008.
L'astrofisico Teodorani, ormai dedito ad una imponente produzione di libri che trattano di argomenti ai confini della scienza, questa volta sviluppa la tematica delle "sfere di luce" termine evocativo che sta per "Fenomeni Luminosi Transitori in Atmosfera".

venerdì 4 aprile 2008

TUNGUSKA 1908: UN NUOVO SCENARIO A 100 ANNI DALL'EVENTO


Il 30 Giugno del 1908 accade qualcosa destinato a far discutere varie generazioni in tutto il mondo: una esplosione di energia pari a 1000 bombe di Hiroshima abbatte 80 milioni i alberi in una remota regione della Siberia Centrale, nei pressi del Fiume /Podkamennaya Tunguska/ (Tunguska Pietrosa), a seguito di un fenomeno luminoso visibile e registrato in più parti del mondo.
Il gruppo di ricerca bolognese presenta un nuovo scenario per la catastrofe in seguito l'individuazione di un cratere da impatto.
All'epoca alcuni scienziati sovietici azzardarono pure l'ipotesi esotica che si fosse trattato dell'impatto di una astronave extraterrestre...

giovedì 3 aprile 2008

NEWS: HESSDALEN PROJECT E CIPH/SOSO

17 marzo 2008: LA TV FRANCESE CANAL + SI OCCUPA DI UFO VISTI DA MILITARI E PILOTI, DEL GEIPAN e DELLA RICERCA SUI FENOMENI DI HESSDALEN

La trasmissione "INVESTIGATION" dell’emittente francese Canal+, andata in onda il 17 marzo 2008, con il servizio "Les militaires et les OVNIs" dei giornalisti Patrice des Mazery e Michel Despratx, ha dedicato largo spazio al lavoro ed alla filosofia dell'ente pubblico francese GEIPAN, diretto da Jacques Patenet presso il "Centre National d’études spatiales" (CNES) di Tolosa, agli avvistamenti di militari e piloti, ed alla ricerca italo-norvegese sul fenomeno delle luci di Hessdalen.
L'approccio, rispetto a quanto siamo abituati da tempo nelle trasmissioni televisive in Italia (ma anche in Francia) è assai diverso dal solito: questi giornalisti non hanno contrapposto un ufologo credente ad un esperto scettico nel solito sterile dibattito sugli Ufo (1).
Quindi una trasmissione tutto sommato ben fatta, che ha trattato con il dovuto rispetto le osservazioni dei testimoni.
L'atteggiamento della trasmissione è stata pro-Ufo e in particolare tendeva ad avvalorare il fatto che vi sono scienziati, ingenieri e militari che si interessano e studiano la casistica Ufo, precisando fin dall'inizio della trasmissione che non siamo di fronte ai "deliri degli ufologi".
Si tratta di un tipo di argomento di autorità che ha trovato critico pure Pierre Lagrange, e non solo ufologi extraterrestrialisti, come ad es. Gildas Bourdais che ha considerato l'atteggiamento deplorevole (vedi il suo Blog).
Più profondamente P. Lagrange ha fatto notare che questa divisione tra elite ed amatori, dove solo i primi sono dotati della necessaria saggezza per affrontare il tema, può avere conseguenze negative per lo studio stesso del fenomeno. Certo non mette in dubbio che esista uno stuolo di ufologi credenti e disponibili a tutto ma, ha sottolineato il sociologo francese in alcune comunicazioni private, non si può nemmeno dimenticare quella schiera di ufologi che, almeno a partire dal 1952, hanno raccolto una casistica ed hanno sviluppato un certo lavoro di approfondimento della tematica (in attesa che divenisse accettabile da parte delle elite).
Può sembrare strano infatti che degli intervistati come Erling Strand e Richard Haines non si menzioni affatto il loro legame con l'ambiente ufologico.
Personalmente non darei tutta la colpa ai giornalisti: ad es. anche noi del CIPH abbiano in qualche modo calmierato il fatto di avere radici in questo mondo e poco sottolineato la correlazione tra testimonianze UFO e studio dei LTPA, quasi a doverci vergognare che un problema popolare (gli avvistamenti Ufo) ponga un problema alla scienza.
La trasmissione inizia con una riunione del Comitato di Controllo del GEIPAN, che da parte sua è l'unico ente statale in Europa ad occuparsi di ciò che i ricercatori francesi chiamano PANs (Fenomeni Aerei Non-identificati), ciò quelli che il pubblico conosce meglio come UFO. Il Comitato di Controllo del GEIPAN, diretto da Yves Sillard, ha accennato - tra le altre cose - l'idea di collaborare in futuro con realtà di studio quali il Project Hessdalen.
Questa è una nuova tendenza molto interessante, dato che io stesso avevo portato questa proposta del CIPH a Jacques Patenet, consegnandogli al contempo i Proceedings2007 del nostro convegno sulle luci di Hessdalen tenutosi a Medicina nel 2006, e speriamo trovi una qualche attuazione.
Nonostante si sia trattato di una trasmissione incentrata sulle testimonianze di piloti e di militari, una gran parte di essa è stata dedicata ad un servizio realizzato ad Hessdalen in occasione del campo scientifico organizzato da Bjorn Gitle Hauge, tecnologo del Project Hessdalen, e da una missione italiana di manutenzione della cosiddetta “Blue Box”, missione svoltasi nel settembre 2007 e che è stata gestita da Jader Monari, tecnologo dei Radiotelescopi di Medicina (Bologna). Nel servizio Erling Strand, fondatore del Project Hessdalen nei recenti anni '80, ha mostrato le attrezzature che sono state collocate ad Hessdalen (grazie al gruppo italiano di tecnologi coordinato da Stelio Montebugnoli, responsabile della Stazione Radioastronomica di Medicina, e dal CIPH). Strand non ha fatto ipotesi sulle “luci” anche se a suo parere il fenomeno presenta diversi aspetti e non può essere ricondotto ad altri fenomeni come le aurore boreali o Northern Lights. Dato che lo spettrogramma di una luce è stato rilevato proprio durante il campo scientifico dagli studenti dell'Østfold College coordinati da Hauge, la trasmissione ha presentato l'ipotesi secondo cui i dati raccolti dal radar costruito e installato dal gruppo di Stelio Montebugnoli sarebbero da ricondursi al fenomeno immortalato con foto in abbinamento con lo spettrogramma.
Ha fatto seguito un’intervista a Jader Monari realizzata presso i Radiotelescopi di Medicina. Monari ha insistito sull'importanza dell’approccio strumentale per definire meglio la ricerca scientifica sui fenomeni.
Infine è stato intervistato l'astrofisico e divulgatore scientifico Massimo Teodorani, che partecipò alle prime missioni in Norvegia e che ha formulato l'ardita ipotesi secondo la quale le luci di Hessdalen sarebbero come delle “stelle in miniatura”.

Potete seguire il programma “Les militaires et les OVNIs” a questo link: http://ovnis-usa.com/quand-larmee-enquete/

NOTE

1) Un esempio della cattiva abitudine dei giornalisti televisivi di contrapporre un ufologo credente (Roberto Pinotti) ad uno scienziato scettico (Piergiorgio Odifreddi), è in questo caso più recente la trasmissione di G. Minoli "La Storia Siamo Noi", andata in onda il 26 marzo 2008:
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/

24 marzo 2008: RICOMINCIA LA STAGIONE DEGLI SPRITES


La nostra stazione SOSO, la prima stazione italiana ad avere registrato il fenomeno sprites sul territorio, ha registrato il 24 marzo, alle 01:58:45 UT, in San Lazzaro di Savena, il primo evento sprites della stagione. Non sono mancati i complimenti del gruppo scientifico EUROSPRITE che ha subito inserito il rilevamento nel loro blog.




http://ciph-soso.blogspot.com/2008/03/sprite-di-primavera.html

Il filmato:
http://www.ciph-soso.net/archivio/SOSO_2008/2008_03_24_01_58_45.avi


3 aprile 2008: STUDENTI NORVEGESI IN ITALIA AD ATTREZZARE LA NUOVA BLUE BOX PER HESSDALEN

Bjorn L. Hauge ha accompagnato in Italia, in questi giorni, un gruppo di studenti dell'Østfold College, che si occuperanno dell'attrezzatura dello shelter che andrà a sostituire la vecchia Blue-Box ad Hessdalen. Gli studenti resteranno a Medicina due mesi e saranno a stretto contatto del gruppo di Stelio Montebugnoli, sotto le direttive di Jader Monari e, per quanto riguarda il progetto SOSO, saranno in stretta collaborazione con il CIPH e Massimo Silvestri.

5 aprile 2008: JADER MONARI PARLA DELLA RICERCA AD HESSDALEN

Presso l'associazione "L'angolo dell'avventura", Lungotevere Testaccio, 10, Roma - sabato 5 aprile, durante un incontro per la presentazione di un volume-reportage di Fabrizio Benigno, fotografo professionista, dedicato a IL SOLE DI MEZZANOTTE - NORVEGIA, Jader Monari, del Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen, parlerà della piccola valle
della Norvegia e delle studio delle "luci di Hessalen".
Il 18 aprile sempre a cura di "L'angolo dell'avventura", sede di Bologna, a Borgo Panigale (BO) , con inizio alle ore 21,00 presso la Sala Polivalente, che si trova in via Marco Emilio Lepido 25/3 - Quartiere Borgo Panigale, J. Monari terrà un'altra relazione.

http://ciph-soso.blogspot.com/2008/03/hessdalen-roma-e-bologna-incontri-con.html