Gli "scettici" e tutti quelli che hanno voluto apportare una critica di tipo scientifico alla teoria degli antichi astronauti che trovò in suo massimo successo mondiale con i libri di Daniken a cavallo degli anni 70, hanno cercato di smontare le prove alla base di detta teoria con una approccio basato sulla logica dell'archeologia. Sembrava infatti che per Daniken e colleghi, vedi ad esempio il nostro Kolosimo in Italia, le "prove" fossero considerate il punto centrale delle loro teorie circa la venuta sulla Terra di extraterrestri civilizzatori in un lontano passato. Smontate le prove sarebbe crollato il castello di carta di queste teorie (1).
Nonostante questo apprezzabile slancio positivista e scientifico, la teoria e tutto il "corpus" della archeologia spaziale ha continuato a sollecitare la fantasia di persone di ogni paese e cultura fino ad oggi con andamento alterno almeno negli ultimi anni e con un ritorno di un certo successo in questi ultimi anni (vedi Hancock e Al.). Probabilmente l'approccio per falsificare scientificamente tali teorie è stato fondamentalmente sbagliato.
Wiktor Stoczkowski, l'autore del libro di cui trattiamo qui di seguito, cerca di rimediare a questo aspetto con un approccio da etnologo, che è poi il suo specifico campo di competenza (2).
L'approccio di questo autore è quello con cui uno studioso di folcklore si avvicina a certe tribù sopravvissute ai margini della civiltà cosiddetta moderna. Non è un approccio atto a comprendere tali culture confrontandole con le nostre, ma piuttosto cercando di apprezzarne le differenze. Queste popolazioni non sono analizzate come stupidi selvaggi da "civilizzare" , ma si fa leva sulle loro culture per capire cosa sta alla base delle loro credenze.
Spesso la spiegazione data da certi "scettici" è che il successo delle teorie Danikeiane sia il frutto di un particolare momento di crisi, tipo l'approssimarsi alla fine-millennio, oppure alla fine del secolo, etc., in cui si innesta un bisogno di credere a qualcosa di irrazionale. La "crisi" è sempre la spiegazione principale di quello che viene definito un ricorso all'irrazionale.
Ma la "crisi" ancorché essere un momento di rottura di un ciclo logicamente supposto positivo sembra invece essere "consubstantielle a la modernité", vale a dire può essere utilizzata per capire qualsiasi avvenimento contemporaneo che stimoli la nostra curiosità. Si finirebbe per arrivare ad una banale spiegazione per cui "l'irrazionale appare durante i periodi di irrazionalità" (2 p. 27-28).
Il concetto di "crisi" è oggi declinato in mille modi diversi, pertanto ci sono crisi sociali, culturali, economiche, religiose, intellettuali, e perfino psicologiche; tutto può essere ritento utile a spiegare il ricorso all'irrazionale ed il successo di pubblico di molte teorie parascientifiche. Ma il concetto di crisi non ci spiega niente anzi si entra in un circolo vizioso nel quale non si capiscono le ragioni della "crisi" stessa (2 pp. 69-70).
Invece i sociologi moderni hanno spesso constatato come l'irrazionalità dei popoli non-occidentali, non è esente da un suo tipo di razionalità. Tanto che si potrebbe arrivare a credere che il "razionale" di oggi sia l'"irrazionale di domani". Ma il discorso ci porterebbe lontano.
Si pone quindi un problema sociocognitivo, ed è in ragione di determinati presupposti storico-culturali che si può comprendere il danikeismo.
Perciò è opportuno fare un salto almeno al secolo scorso.
Se la data di nascita dello spiritismo è stata storicamente definita dal 1847, con l'ormai attestata frode delle sorelle Fox, che a loro dire avevano affermato l'invenzione di un codice di comunicazione con gli spiriti, che permetteva di tradurre i colpi del "poltergeist" in parole, per quel che qui ci riguarda in questo articolo, non dobbiamo dimenticare che è la nascita della Teosofia grazie a Helena Blavatsky, nel 1875, che determinerà il suo grande impatto sociale nel 1877 con l'uscita della sua opera "l'Isis svelato", e ancor più nel 1888 con la sua opera "La dottrina segreta".
Nonostante questo apprezzabile slancio positivista e scientifico, la teoria e tutto il "corpus" della archeologia spaziale ha continuato a sollecitare la fantasia di persone di ogni paese e cultura fino ad oggi con andamento alterno almeno negli ultimi anni e con un ritorno di un certo successo in questi ultimi anni (vedi Hancock e Al.). Probabilmente l'approccio per falsificare scientificamente tali teorie è stato fondamentalmente sbagliato.
Wiktor Stoczkowski, l'autore del libro di cui trattiamo qui di seguito, cerca di rimediare a questo aspetto con un approccio da etnologo, che è poi il suo specifico campo di competenza (2).
L'approccio di questo autore è quello con cui uno studioso di folcklore si avvicina a certe tribù sopravvissute ai margini della civiltà cosiddetta moderna. Non è un approccio atto a comprendere tali culture confrontandole con le nostre, ma piuttosto cercando di apprezzarne le differenze. Queste popolazioni non sono analizzate come stupidi selvaggi da "civilizzare" , ma si fa leva sulle loro culture per capire cosa sta alla base delle loro credenze.
Spesso la spiegazione data da certi "scettici" è che il successo delle teorie Danikeiane sia il frutto di un particolare momento di crisi, tipo l'approssimarsi alla fine-millennio, oppure alla fine del secolo, etc., in cui si innesta un bisogno di credere a qualcosa di irrazionale. La "crisi" è sempre la spiegazione principale di quello che viene definito un ricorso all'irrazionale.
Ma la "crisi" ancorché essere un momento di rottura di un ciclo logicamente supposto positivo sembra invece essere "consubstantielle a la modernité", vale a dire può essere utilizzata per capire qualsiasi avvenimento contemporaneo che stimoli la nostra curiosità. Si finirebbe per arrivare ad una banale spiegazione per cui "l'irrazionale appare durante i periodi di irrazionalità" (2 p. 27-28).
Il concetto di "crisi" è oggi declinato in mille modi diversi, pertanto ci sono crisi sociali, culturali, economiche, religiose, intellettuali, e perfino psicologiche; tutto può essere ritento utile a spiegare il ricorso all'irrazionale ed il successo di pubblico di molte teorie parascientifiche. Ma il concetto di crisi non ci spiega niente anzi si entra in un circolo vizioso nel quale non si capiscono le ragioni della "crisi" stessa (2 pp. 69-70).
Invece i sociologi moderni hanno spesso constatato come l'irrazionalità dei popoli non-occidentali, non è esente da un suo tipo di razionalità. Tanto che si potrebbe arrivare a credere che il "razionale" di oggi sia l'"irrazionale di domani". Ma il discorso ci porterebbe lontano.
Si pone quindi un problema sociocognitivo, ed è in ragione di determinati presupposti storico-culturali che si può comprendere il danikeismo.
Perciò è opportuno fare un salto almeno al secolo scorso.
Se la data di nascita dello spiritismo è stata storicamente definita dal 1847, con l'ormai attestata frode delle sorelle Fox, che a loro dire avevano affermato l'invenzione di un codice di comunicazione con gli spiriti, che permetteva di tradurre i colpi del "poltergeist" in parole, per quel che qui ci riguarda in questo articolo, non dobbiamo dimenticare che è la nascita della Teosofia grazie a Helena Blavatsky, nel 1875, che determinerà il suo grande impatto sociale nel 1877 con l'uscita della sua opera "l'Isis svelato", e ancor più nel 1888 con la sua opera "La dottrina segreta".
E' il periodo insomma del grande successo dell'Occultismo, che tutti conosciamo con il risultato dello svilupparsi della "parascienza", intesa come ricerca psichica.
Il fine secolo scorso, per questa ed altre ragioni, è una commistione tra Occultismo e Scienza che varrebbe la pena di analizzare più lungamente quando affermiamo la cosiddetta razionalità della scienza e dei sui partecipanti.
Ma cosa c'entra la medium Blavatsky con gli extraterrestri?
La visione "teologica" di H. Blavatsky è per Stoczkowski l'anello di congiunzione tra i miti gnostici antichi ed il Danekenismo del nostro secolo.
Il fine secolo scorso, per questa ed altre ragioni, è una commistione tra Occultismo e Scienza che varrebbe la pena di analizzare più lungamente quando affermiamo la cosiddetta razionalità della scienza e dei sui partecipanti.
Ma cosa c'entra la medium Blavatsky con gli extraterrestri?
La visione "teologica" di H. Blavatsky è per Stoczkowski l'anello di congiunzione tra i miti gnostici antichi ed il Danekenismo del nostro secolo.
La cosiddetta danikeite ha coinvolto e affascinato notevole pubblico nel periodo che va dal 1954 fino ai nostri giorni (con un apice di successo a cavallo degli anni 70) con il pieno sviluppo della teoria detta degli Antichi Astronauti, da parte di diversi autori. Extraterrestri nell'antichità avrebbero visitato il pianeta, creato prima l'uomo con esperimenti genetici, poi portato all'umanità la civiltà ed in seguito fatto la promessa di un ricongiungimento nello spazio, a seguito di un nuovo ritorno.
Questo per grande sintesi è il leit motiv della teoria degli antichi astronauti.
Il successo di Daniken (che non aveva semplicemente scopiazzato alcuni scrittori del suo periodo come Charroux) era anche dovuto al fatto che a riprova delle sue tesi veniva enunciato un vasto elenco di "prove". Ebbene tutti gli argomenti di Daniken e dei suoi predecessori sono già ben presenti nella dottrina teosofica nata nel secolo precedente, con una essenziale variante: gli Esseri Superiori o Demiurghi della Blavatsky, sono semplicemente sostituiti dagli extraterrestri del Danikeismo. Viste in tal senso entrambi i fenomeni Teosofia e Danikeismo appaiono come dottrine di sostituzione del Cristianesimo, che aveva già subito diversi colpi a partire dal periodo dei Lumi.
Questo per grande sintesi è il leit motiv della teoria degli antichi astronauti.
Il successo di Daniken (che non aveva semplicemente scopiazzato alcuni scrittori del suo periodo come Charroux) era anche dovuto al fatto che a riprova delle sue tesi veniva enunciato un vasto elenco di "prove". Ebbene tutti gli argomenti di Daniken e dei suoi predecessori sono già ben presenti nella dottrina teosofica nata nel secolo precedente, con una essenziale variante: gli Esseri Superiori o Demiurghi della Blavatsky, sono semplicemente sostituiti dagli extraterrestri del Danikeismo. Viste in tal senso entrambi i fenomeni Teosofia e Danikeismo appaiono come dottrine di sostituzione del Cristianesimo, che aveva già subito diversi colpi a partire dal periodo dei Lumi.
La prima è legata alla visione dello spiritismo, ovvero la possibilità di contattare l'aldilà tramite tecniche specifiche che escono dall'ambito spontaneo dell'estasi per divenire esperienze di tipo scientifico (o parascientifico), la seconda sviluppa una sua teologia operando una sostituzione del Dio della Bibbia con gli extraterrestri. Alla fine del secolo scorso tutto sembrava ormai in via di spiegazione definitiva, grazie al grande successo delle scienze. La Teosofia si era intelligentemente appropriata di certe conoscenze scientifiche nate nel secolo dei Lumi e poi sviluppatesi nel periodo Vittoriano (la teoria dell'evoluzione Darwiniana, lo sviluppo dell'archeologia, dell'astronomia, del mesmerismo etc.) mescolandole alla Gnosi e non senza aver trascurato la letteratura fantastica, ed aggiunto vere e proprie invenzioni tipo il mitologico libro delle "Stanze di Dyzan", spesso citato come un testo reale dagli autori della "archeologia spaziale".
Daniken era andato ancora oltre raccogliendo e rimodellando, senza troppe indagini di controllo, oltre alla tradizione teosofica, le idee di alcuni contemporanei (Pauwels & Bergier, Poer le Trench, Charroux, etc.) e promuovendole in modo più brillante, non dimenticando il suo amore per la fantascienza ed il fatto che si stava vivendo l'era dell'epopea spaziale. (2 pp. 121-251)
Pare che di almeno un'opera di Daniken a metà degli anni 70 siano state editate più 40 milioni di copie. Un grande impatto mediatico in quegli anni che nessuna opera (e tantomeno scientifica) poteva nemmeno sognarsi. E' lecito perciò domandarsi quanto il successo della teoria degli "Antichi Astronauti" abbia influenzato il moltiplicarsi delle testimonianze Ufo di quel glorioso periodo, ed incentivato certe attese di una nuova visita del pianeta da parte dei nostri "creatori extraterrestri". Quando qualcuno cerca nella fantascienza certi elementi fondatori di un folcklore-Ufo nascente forse più semplicemente dovrebbe rivolgersi alla letteratura detta di "archeologia spaziale" sviluppatasi dal 1954 in poi. Un tema su cui ritornare.
Daniken era andato ancora oltre raccogliendo e rimodellando, senza troppe indagini di controllo, oltre alla tradizione teosofica, le idee di alcuni contemporanei (Pauwels & Bergier, Poer le Trench, Charroux, etc.) e promuovendole in modo più brillante, non dimenticando il suo amore per la fantascienza ed il fatto che si stava vivendo l'era dell'epopea spaziale. (2 pp. 121-251)
Pare che di almeno un'opera di Daniken a metà degli anni 70 siano state editate più 40 milioni di copie. Un grande impatto mediatico in quegli anni che nessuna opera (e tantomeno scientifica) poteva nemmeno sognarsi. E' lecito perciò domandarsi quanto il successo della teoria degli "Antichi Astronauti" abbia influenzato il moltiplicarsi delle testimonianze Ufo di quel glorioso periodo, ed incentivato certe attese di una nuova visita del pianeta da parte dei nostri "creatori extraterrestri". Quando qualcuno cerca nella fantascienza certi elementi fondatori di un folcklore-Ufo nascente forse più semplicemente dovrebbe rivolgersi alla letteratura detta di "archeologia spaziale" sviluppatasi dal 1954 in poi. Un tema su cui ritornare.
Non dimentichiamo che l'editore Ray Palmer, sponsor dell' Età Arnoldiana a partire dal 1947, fu un editore di fiction con un'ampia cultura teosofica.
Non dimentichiamo neppure il fatto che il primo libro di Daniken ha preparato il grande sviluppo della fantascienza in Germania (2 p. 99).
Molte prove della teoria degli Antichi Astronauti potranno, e lo sono state nel tempo, anche essere demolite (talvolta dagli stessi autori nei loro libri successivi), ma il quadro disegnato dagli autori di "archeologia spaziale" continuerà a resistere e a ricevere apporti anche contradditori, senza che la teoria venga intaccata nelle sue fondamenta e nel suo successo.
Ciò sembra essere interessante per Stoczokowski perché pare che la teoria abbia una forza di persuasione culturale che va oltre l'accumulo e la forza delle presunte prove. Che gli "astronauti del passato", per autori come Charroux e von Daniken, siano una sorta di divinità laicizzate ed aggiornate al gusto della nostra epoca di conquiste spaziale, sembra un'opinione fondata, visto anche che, entrambi gli autori, hanno identificato gli astronauti del passato con gli Elohim della Bibbia. Ma questa capacità di sostituzione della Religione non è sufficiente al perpetuarsi della teoria anche una volta demolite razionalmente le prove (le piste di Nazca non sono basi di atterraggio aliene e le pietre di Ica sono presumibilmente false etc... etc...).
Se noi inquadriamo questi autori nel contesto culturale dell'epoca dei viaggi dello spazio, della nascente ufologia, della propagazione della letteratura fantascientifica, e della loro personale vicinanza alla visione teofisica del mondo, forse si potrà infine comprendere il successo di tali teorie che alcuni considerano semplicemente "irrazionali" e frutto di "ignoranza e crisi".
Se poi ricordiamo che in quel periodo il mondo era in piena "guerra fredda" e diviso in due blocchi uno comunista ed uno capitalista, avremo allora aggiunto un altro elemento al panorama sociale che favorì lo svilupparsi della teoria degli Antichi Astronauti.
Non dimentichiamo neppure il fatto che il primo libro di Daniken ha preparato il grande sviluppo della fantascienza in Germania (2 p. 99).
Molte prove della teoria degli Antichi Astronauti potranno, e lo sono state nel tempo, anche essere demolite (talvolta dagli stessi autori nei loro libri successivi), ma il quadro disegnato dagli autori di "archeologia spaziale" continuerà a resistere e a ricevere apporti anche contradditori, senza che la teoria venga intaccata nelle sue fondamenta e nel suo successo.
Ciò sembra essere interessante per Stoczokowski perché pare che la teoria abbia una forza di persuasione culturale che va oltre l'accumulo e la forza delle presunte prove. Che gli "astronauti del passato", per autori come Charroux e von Daniken, siano una sorta di divinità laicizzate ed aggiornate al gusto della nostra epoca di conquiste spaziale, sembra un'opinione fondata, visto anche che, entrambi gli autori, hanno identificato gli astronauti del passato con gli Elohim della Bibbia. Ma questa capacità di sostituzione della Religione non è sufficiente al perpetuarsi della teoria anche una volta demolite razionalmente le prove (le piste di Nazca non sono basi di atterraggio aliene e le pietre di Ica sono presumibilmente false etc... etc...).
Se noi inquadriamo questi autori nel contesto culturale dell'epoca dei viaggi dello spazio, della nascente ufologia, della propagazione della letteratura fantascientifica, e della loro personale vicinanza alla visione teofisica del mondo, forse si potrà infine comprendere il successo di tali teorie che alcuni considerano semplicemente "irrazionali" e frutto di "ignoranza e crisi".
Se poi ricordiamo che in quel periodo il mondo era in piena "guerra fredda" e diviso in due blocchi uno comunista ed uno capitalista, avremo allora aggiunto un altro elemento al panorama sociale che favorì lo svilupparsi della teoria degli Antichi Astronauti.
Infatti non dobbiamo dimenticare che tale teoria aveva anche forti radici originarie in Unione Sovietica, laddove essa era vista di buon occhio poiché favoriva la causa atea del sistema politico imposto dal Partito. Il contributo più ampio della scienza sovietica alla teoria degli antichi astronauti fu data da Modest Agrest.
Era il gennaio del 1960 poco prima dell'uscita de "Il mattino dei maghi" (di Pawels & Bergier, altri ispiratori del Danikeismo), quando Agrest scrisse sulla Literatura Gazeta, organo ufficiale degli scrittori, circa il fatto che extraterrestri avessero visitato in passato il nostro pianeta, annientato Sodoma, edificato la terrazza di Baalbeck, e svolto esperimenti nucleari di cui le tectiti sarebbero state le prove evidenti: la notizia fece il giro del mondo varcando la "cortina di ferro" (2 pp. 273-279).
Di fatto si creò questa strana alleanza tra occultismo teosofico occidentale e scienza sovietica, che favorì lo svilupparsi e la popolarità della teoria degli Antichi Astronauti in un contesto storico così particolare.
Pur non concordando con tutte le conclusioni dello studio di Stoczokowski, dobbiamo ammettere che la sua critica basata sulla consequenzialità culturale che esiste tra Teosofia e Danikeismo, si presenta più robusta di molti studi scettici basati sulla semplice analisi e demolizione scientifica delle sedicenti prove.
Ciò ci insegna che non si può smontare una credenza smontandone semplicemente ad una ad una le prove che la consolidano agli occhi del pubblico. Questa è una lezione valida anche quando affrontiamo certi "miti" assurdi dell'ufologia dove non si sa come il cadavere del filmato di Santilli è una prova che può stare benissimo accanto a certe testimonianze del fu col. P. Conso, anche se si rilevano evidenti contraddizioni tra i due elementi portati a prova del crash Ufo di Roswell. Potrete analizzarne scientificamente ogni dettaglio e smentire la logica di tali testimonianze, ma il "mito" resisterà comunque, poiché esso esisteva ancor prima delle prove stesse.
Di fatto si creò questa strana alleanza tra occultismo teosofico occidentale e scienza sovietica, che favorì lo svilupparsi e la popolarità della teoria degli Antichi Astronauti in un contesto storico così particolare.
Pur non concordando con tutte le conclusioni dello studio di Stoczokowski, dobbiamo ammettere che la sua critica basata sulla consequenzialità culturale che esiste tra Teosofia e Danikeismo, si presenta più robusta di molti studi scettici basati sulla semplice analisi e demolizione scientifica delle sedicenti prove.
Ciò ci insegna che non si può smontare una credenza smontandone semplicemente ad una ad una le prove che la consolidano agli occhi del pubblico. Questa è una lezione valida anche quando affrontiamo certi "miti" assurdi dell'ufologia dove non si sa come il cadavere del filmato di Santilli è una prova che può stare benissimo accanto a certe testimonianze del fu col. P. Conso, anche se si rilevano evidenti contraddizioni tra i due elementi portati a prova del crash Ufo di Roswell. Potrete analizzarne scientificamente ogni dettaglio e smentire la logica di tali testimonianze, ma il "mito" resisterà comunque, poiché esso esisteva ancor prima delle prove stesse.
NOTE
1) W.H.Stiebing Jr., Antichi Astronauti, Avverbi Edizioni,1998.
2) Wiktor Stoczkowski, Des Hommes, des dieux, des extraterrestres,ethnologie d'une croyance moderne, Flammarion, 1999.
Già pubblicato sulla riv. UFOFORUM, nr. 13, del CISU ©, settembre 1999
2 commenti:
ciao, bell'articolo, interessante, forse un po' lungo da leggere online. Suggerisco
http.//paleocontatto.blogs.it
ciao
Ciao Anonimo,
Beh tu lo consideri lungo, ma è uno dei più corti. ;)
Oggi quell'articolo per quanto mi riguarda sarebbe da aggiornare. Studiosi come Yannis Deliyannis stanno dimostrando che le radici della Teoria detta degli Antichi Astronauti, non è solo da ricercarsi nella teosofia, ma anche in radici storiche di teorie scientifiche...
Grazie cmq per il commento.
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