Jader
Monari, tecnologo presso i radiotelescopi di Medicina, è da diversi
anni impegnato nelle misurazioni strumentali del presunto fenomeno
luminoso della valle di Hessdalen, insieme all'equipe italiana che
coadiuva il Project Hessdalen di Erling Strand e Bjorn G. Hauge.
In
un articolo breve, a mo' di dissertazione, sul blog del CIPH
(Comitato Italiano per il Project Hessdalen), insieme a Romano Serra,
fisico presso l'Università di Bologna, e Stelio Montebugnoli,
direttore dei Radiotelescopi di Medicina e Responsabile SETI Italia,
sviluppa una ipotesi elettrochimica, sulla base di alcune prove
sperimentali di Serra, dei dati raccolti in diverse missioni e, infine,
delle analisi della geologia della valle norvegese.
L'articolo
si intitola “Hessdalen: una perfetta batteria naturale” e vuole
essere da stimolo ad ulteriori studi strumentali dei Fenomeni
Luminosi in bassa Atmosfera, del tipo di Hessdalen:
Gli
Autori non intendono offrire la soluzione definitiva dell’origine
dei fenomeni di Hessdalen, ma semplicemente presentare una raccolta
di considerazioni fisiche, da correlare ad una ipotesi sulla
natura del fenomeno, basata su sperimentazioni e misure sul campo.
Purtroppo
alcune trasmissioni televisive come “Voyager” e “Misteri”,
per via della loro tendenza a banalizzare l'attività scientifica e a ipersemplificare, hanno creato una serie di equivoci, circa l'idea
di “batteria naturale” espressa dagli Autori.
[Fonte: Renzo Cabassi, CIPH]
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