martedì 7 luglio 2009

Luglio 2009. MISCELLANEA

Luci non identificate e Lanterne Cinesi

Da diversi mesi si assiste al fatto che gruppi di luci dal colore giallo-rossastro, apparentemente poco più grandi che stelle, vengono riportate con più frequenza del solito da osservatori occasionali, che in mancanza di termini le definiscono come Ufo e a volte attribuiscono loro un comportamento intelligente.
In effetti in certa casistica queste luci sembrano muoversi in gruppo con una certa coordinazione, che piuttosto che essere attribuita agli spostamenti di vento è attribuita ad una intelligenza che manovrerebbe il fenomeno: gli immancabili extraterrestri.
La diatriba è vecchia quanto i vecchi arnesi dei fuochi fatui, attribuiti a luci di lanterne, gufi luminosi, etc. oppure, con la stessa facilità, a intelligenze spiritiche e anime di morti.
Ora almeno teoricamente queste luci avvistate odiernamente possono essere davvero delle lanterne cinesi, ma qui scatta il problema della prova.
Inizialmente si era ritenuto che i cinesi che vivono in Italia fossero coloro che liberavano nei nostri cieli queste lanterne per festeggiare il loro anno nuovo. Ma ben presto ci si è resi conto che queste luci apparivano ai testimoni durante tutto l'arco dell'anno. Allora il problema di questi Ufo diventa ancora più triviale: trovare luoghi dove le lanterne sono commercializzate (su internet lo sono in diversi siti) e trovare gli autori dei lanci; ma per ora la ricerca è stata vana ed i negozianti ne sono sprovvisti.
In mancanza di questa piccola prova empirica molti esperti ufologi continuano comunque ad identificare tali luci con lanterne cinesi, d'ufficio.
Qualcuno dovrebbe dirmi dove sono finiti i fuochi fatui prima ed i fulmini globulari dopo: possibile che si sia sempre trattato di lanterne cinesi? Anche questa certo è una possibilità, per quanto la documentazione faccia supporre che ci debba essere anche altro che non semplici errori percettivi e testimoni ingannati dalle loro credenze.
Il problema dell'immagine come prova scientifica di fenomeni sfuggenti come ad esempio i fulmini globulari persiste.
L'indiscernibilità tra lanterne cinesi e fulmini globulari dovrebbe rendere evidente agli ufologi che i loro strumenti non sono adatti a catturare la realtà complessa degli Ufo, ma nemmeno questi semplici palloni di carta…

Allego alcune immagini di lanterne cinesi [fonte: Andrea Bovo]:
http://www.ufotuscia.it/video/ufo-ba-color.avi
http://www.ufotuscia.it/video/ufo-ba1.avi
http://www.ufotuscia.it/video/ufo-ba2.avi

[Immagine in alto a sinistra "Hitodama" giapponese (fulmine globulare); fonte: "Fireballs, a History of Atmospheric Phenomena"]

Luglio 2009. Le Monde Diplomatique, dossier "Gli extraterrestri tra scienza e cultura popolare"

Lo sbarco degli extraterrestri sulla nota rivista francese "Le Monde Diplomatique", è già un accadimento in sé, quando poi la rivista dedica 5 pagine ad un dossier sugli extraterrestri e gli Ufo il fatto assume un rilievo che va ben oltre il piccolo mondo ufologico o quello dello scalpore mediatico (spesso fuoriluogo) che avvolge la tematica.
Eppure nell'ambiente degli ufologi francesi il fatto non ha trovato che la motivazione a sviluppare una ampia gamma di querelles marginali e personalismi (come avrebbe dovuto essere un tale dossier, chi avrebbe dovuto scriverci e cosa, etc.).
Strano che, una volta tanto che il problema degli Ufo viene affrontato come un problema scientifico e politico uguale agli altri, sia proprio nell'ambiente da cui sembra nascere la sollecitazione a prendere gli Ufo sul serio, che si sviluppano le maggiori critiche.
La prima pagina del dossier titola "les extraterrestres entre science et culture populaire" e sottotitola "Au Japon le ministre de la défense s'inquiète" a firma Odaira Namihei (p. 11).
A partire dalle paure di una possibile invasione extraterrestre del ministro giapponese nel 2007, l'autore traccia un simpatico articolo tra fantascienza e realpolitik per concludere che la vera minaccia, appena sottintesa, è quella dell'arma nucleare nord-coreana.
Nella seconda e terza pagina (pp. 12-13) in "Ovnis et théorie du complot", il sociologo Pierre Lagrange torna a trattare l'argomento della teoria del complotto messa in atto tra una parte degli ufologi, per "spiegare" l'esistenza degli Ufo e la difficoltà della prova.
In un secondo articolo "La guerre des mondes n'a pas eu lieu" , Lagrange ripropone la sua tesi secondo la quale il famoso scherzo radiofonico di Orson Welles del 1932, sull'invasione dei marziani, non aveva creato alcun panico sociale.
Si tratta in realtà di una leggenda, che nessuno si è mai preso la briga di verificare…
Infine nelle ultime 2 pagine (pp. 14-15) Serge Lehman firma l'articolo "De la science-Fiction nomme laboratoire métaphysique", dove conclude che uno degli scopi della fantascienza è quello di elaborare "dans la douleur" i lineamenti di un nuovo modo di pensare al nostro futuro…

12 luglio 2009. A Radio France International Pierre Lagrange parla della sociologia delle parascienze e della propria biografia

L'intervista in francese è dispobibile all'URL:
http://www.rfi.fr/radiofr/editions/072/edition_40_20090712.asp
Lagrange fa riferimento tra l'altro allo studio delle luci di Hessdalen.

15 luglio 2009. Monde Diplomatique e Manifesto

il 15 luglio u.s. è uscito in edicola (e vi rimarrà fino a settembre), come allegato redazionale del quotidiano "Il Manifesto", il numero 7 dell'anno XVI, datato luglio 2009, dell'inserto "Monde diplomatique/Il Manifesto".
Si tratta dell'edizione italiana della rivista mensile francese che, nel numero di luglio 2009 presenta il dossier "Les extraterrestres entre science et culture populaire" con articoli di Odaira Namihei, Pierre Lagrange, Serge Lehman, Evelyne Pieller, Alain Gresh, nell'edizione italiana reso come "Extraterrestri tra scienza e cultura popolare" (pp. 11-15).

[Fonte: Roberto Labanti]

La ristampa di "Nuova Atlantide" (Francis Bacon)

La casa editrice Bur Rizzoli, ristampa la famosa opera dello scienziato dei primi del 600, Francis Bacon, uno dei padri della "scienza moderna".
Si tratta di un racconto di anticipazione, un romanzo utopico dove con la scusa di Atlantide lo scienziato traccia alcune indicazioni su un futuro che lui immagina governato da una oligarchia di scienziati, laddove Platone aveva messo a governare nella sua Repubblica i filosofi (che poi altroo non erano che gli uomini di scienza del tempo).
La prefazione a questa prima edizione tascabile è di Giuseppe Schiavone, storico e membro del Centro di Ricerca sull'Utopia dell'Università del Salento.
Questa opera baconiana, seppur non scientifica, viene considerata una delle più importanti di Bacon. Quello che a me preme sottolineare è il legame tra il mito di Atlantide e gli scienziati della nuova scienza sperimentale nascente.
Spesso oggi il mito di Atlantide viene messo in relazione con un pensiero irrazionale, limitato a credenze che affondano nei miti più disparati, in altre parole uno dei tanti argomenti pseudoscientifici da opporre alla razionalità della scienza.
Eppure se andiamo a vedere l'epoca in cui nascono i nostri concetti di modernità, razionalità, ed oggettività della scienza da laboratorio, ci possiamo rendere conto che tale mito è quasi fondante per scienziati come Bacon.
Atlantide appartine molto di più ai razionalisti di quanto non osiano credere i razionalisti di oggi.
Scrive Schiavone: "Bacon credeva che in numerosi miti antichi fosse presente una misteriosa conoscenza allegorica.." e ancora: "... i miti, benché fossero più antichi dell'argomentazione razionale, erano ancora usati, perchè spesso avevano una maggiore capacità di persuasione" (p. LXXIV).
Alla radice delle teorie dei continenti perduti (Atlantide, Mu, etc.) cercherete senza speranze qualche proto-teosofico e troverete invece qualche uomo di scienza "moderno".

Schiavone Giuseppe [a cura di], Bacon Francis, "Nuova Atlantide", BUR Rizzoli, maggio 2009.

Nessun commento: