venerdì 27 febbraio 2009

Febbraio 2009. MISCELLANEA

3 febbraio 2009. Nuovo esperimento di teletrasporto.
Un team americano è stato capace di teletrasportare degli ioni di itterbio da un punto del laboratorio ad un'altro, qualcosa che fino ad oggi è stato fatto solo con protoni. Il team ha affermato che la tecnica utilizzata può aumentare enormemente la distanza attarverso la quale una informazione quantistica può essere trasmessa.
Per maggiori informazioni, vedi articolo: Battersby Stephen, "Teleporter sends ions on long-distance journey", rivista NewScientist, nr. 2693, 3 febbraio 2009.

13-14 febbraio 2009. Fireball Mania anche in Italia, ma solo tra i ricercatori
Una serie di bolidi notevoli ha illuminato i cieli del mondo.
Si fa dapprima l'ipotesi di scontri tra due satelliti, anche se enti militari americani smentiscono.
Diverse stazioni, della rete a cui è sollegato SOSO, fanno registrato eventi anche in Italia.
Ne fa un breve riferimento:
http://www.spaceweather.com/

Questi i filmati sin'ora raccolti in Italia, tra i quali anche quelli della UAI (Unione Astrofili Italiani):

2009.02.13 ore: 20.03.29±1 (Valeri e Zanotti)
http://www.ciph-soso.net/FE2008/M20090213_200330_Ferrara_Mi.avi (Zanotti)
http://meteore.uai.it/b2009/b2009_02.htm (Valeri/UAI)

2009.02.13 ore: 20.26.23 (Crivello, Genova)
http://meteore.uai.it/b2009/b2009_02.htm (UAI)

2009.02.13 ore: 21.52.13 (Zanotti/SOSO)
http://www.ciph-soso.net/archivio/2009_02_14_05/AVI/2009_02_13_21_52_13.avi (SOSO)
http://www.ciph-soso.net/FE2008/M20090213_215213_Ferrara_Mi.avi (Zanotti)

2009.02.14 ore: 05.16.31 (Zanotti)
http://www.ciph-soso.net/FE2008/M20090213_215213_Ferrara_Mi.avi (Zanotti)

Un fatto curioso è che tali eventi luminosi, almeno in Italia, non hanno generato nei media giornalistici, alcuna ondata di avvistamenti e testiomonianze di tipo ufologico, che di norma interessano certi eventi.
Gli studiosi italiani Diego Valeri ed Albino Carbognani stanno cercando di calcolare il luogo di impatto di almeno uno di questi metereodi, laddove è stata possibile una buona triangolazione tra due stazioni di rilevamento.
La cosa non è semplice, ma ritrovare l'esatto punto di impatto potrebbe essere di rilievo scientifico.
Immediatamente la UAI lancia una ricerca sull'area di impatto calcolata da svolgersi in data 21 febbraio 2009, domenica:
http://www.uai.it/web/guest/astronews/journal_content/56/10100/95294
Si calcola che l'oggetto abbia un peso di più di un centinaio di tonnellate, mentre la velocitaà calcolata e gli elementi orbitali non sono compatibili con l'ipotesi scontro di satelliti.
Purtroppo il primo sopralluogo del 21 febbraio non ha dato risultati.

25 febbrario 2009, ore 19.15, Pesaro. Tornano le luci anomale in Adriatico

Si parla di misteriosi 'fuochi' rossi e pulsanti che sono stati avvistati in cielo mercoledì sera da alcuni passanti in direzione del mare. Erano circa una ventina, sempre luminosissimi, che si accendevano anche a grappoli per poi sparire dopo pochi secondi. Tra i testimoni un esponente storico del Gruppo Astrofili Pesaresi. Questo testimone in particolare non è riuscito a riportare tali luci alla sua esperienza pluriennale di osservazione del cielo:
http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/pesaro/2009/02/27/154413 misteriose_luci_verso_mare.shtml
Queste testimonianze hanno fatto sì che si parlasse di un ritorno delle luci anomale dell'Adriatico, una ampia casistica che gli ufologi avevano raccolto in anni passati, con particolare riferimento all'ondata locale del 1978.
Qualche ufologo scettico ha subito riportato queste osservazioni a lanterne cinesi (ma non ci sono prove in nessun senso).
Spero nei prossimi giorni di poter ritornare più ampiamente su questo argomento, poichè la casistica di luci misteriose in Adriatico, non è legata solo al 1978, ma vi sono anche altre testimonianze assimilabili, e vi è stato anche, qualche anno fa, da parte dell'astrofilo e ufologo Gianfranco Lollino (osservatorio di Saludecio) un tentativo di monitoraggio strumentale attraverso il suo CROSS Project, nella zona prossima al mare di Gabicce Monte (Cattolica).

[Redazione: Nico Conti; info: Renzo Cabassi; CIPH/SOSO, Diego Valeri, Ferruccio Zannotti, UAI, Albino Carbognani, Roberto Labanti]






giovedì 26 febbraio 2009

BIOT, l’ESEMPIO DEI METEORITI E GLI UFOLOGI [Articolo breve di Pierre Lagrange]

Il caso di Biot viene spesso presentato come l’esempio di una situazione in cui la scienza avrebbe riconosciuto il valore della testimonianza che giunge dal pubblico. Ricordo: nel 1803, il giovane accademico francese Jean-Baptiste Biot dimostra che le testimonianze spesso riportate dai contadini che riguardano delle “pietre cadute dalle nuvole” sono esatte.
E’ falso: Biot non ha dimostrato che i testimoni di “pietre cadute dalle nuvole” avevano ragione, ma che lui, Biot, aveva ragione. Egli non prende, dal racconto della gente, che ciò che può trasformare, tradurre in fatto scientifico. Egli spiega che i fenomeni osservati, lungi dal rinviare a certe spiegazioni (diavolo, prodigi, etc.) rinviano ad una realtà fisica nuova. Dei massi di diversa taglia, circolano nel sistema solare e alcuni incrociano talvolta la Terra ed offrono uno spettacolo celeste che fino ad allora i fisici avevano ridotto a dei fenomeni atmosferici legati al tuono e capaci a volte di fulminare delle rocce terrestri oppure a delle pietre espulse dai vulcani (si comprenderà di lì a poco che un altro fenomeno conosciuto sul nome di “stella cadente”, le attuali stelle filanti, sono un’altra delle manifestazioni di questo fenomeno).
Per “inventare” i meteoriti, Biot separa il “folklore” ed “i fatti” come ogni rappresentante del mondo moderno.

Ciò che realizza non è superiore perché il metodo scientifico sarebbe superiore, dato che il metodo scientifico non è fondamentalmente, “intellettualmente”, diverso dagli altri metodi.
E’ differente per il tipo di oggetto e per il tipo di spostamento che dà a questi oggetti. E, la sua superiorità viene dalla capacità di far parlare questi oggetti , e anche di renderli autonomi, per farne degli attori sociali. Prima di Biot, i meteoriti sono ai margini, mantenuti entro una cultura popolare (ciò che dico qui è un po’ asimmetrico), dopo di lui, essi sono diventati attori sociali che partecipano alla costruzione della società scientifica nella quale si vive. La superiorità di Biot è una superiorità di fatto, non di principio. Egli vince su coloro che rifiutano i meteoriti e vince anche su quella gente che non è presa sul serio, e che non riesce a far considerare seriamente il proprio “folklore”. E, Biot vince perché riesce a dimostrare agli astronomi ed ai fisici che si sono sbagliati: credevano di avere a che fare con un folklore, mentre quegli oggetti sono importanti per costruire il seguito della storia dell’astronomia. Biot vince perché dimostra agli astronomi che non possono continuare a far progredire l’astronomia senza tenere conto di queste pietre che cadono dal cielo.
Li obbliga a fare una deviazione verso il problema che lo interessa promettendogli di arrivare più velocemente alla soluzione dei loro problemi, proprio facendo questa deviazione. E, vince perché l’astronomia successivamente è contrassegnata da questa deviazione verso i meteoriti che permette di riscrivere più velocemente e meglio la storia del sistema solare e far progredire la disciplina. E’ ciò che manca agli ufologi: essere capaci di dimostrare che il seguito non può essere scritto senza di loro. Invece, ad ascoltarli, i fatti Ufo sono inevitabili, e l’idea di essere visitati dagli ET è quel tipo di idea che può sconvolgere tutto. Peraltro, mentre a crederli dovremmo attenderci una rivoluzione che spedirebbe Pasteur e Galileo in fondo alle note a piè di pagina della storia dell’umanità, nulla di tutto ciò è successo.
L’ufologia fa delle belle promesse ma non ne mantiene nessuna.

Perché non è possibile fare con gli ET ciò che Biot ha fatto con i meteoriti e ciò che altri scienziati fanno tutti i giorni con altri fatti (Pasteur con i suoi microbi, etc.)?

Questo è un enigma.

Le persone del SETI riescono ad inserirsi nella rete scientifica e a far accettare l’idea che si abbia bisogno di loro per scrivere il seguito. Il programma radio-SETI è stato costruito sull’idea che se si considera la possibilità che possano esserci dei messaggi radio, si aiuta la radioastronomia a progredire. Certamente vi sono degli avversari a questa idea, ma malgrado tutto radio-SETI continua e progredisce. Dei radiotelescopi vengono costruiti, installati, etc.. Si tratta di una rete che si allarga. E, ciò che stupisce in confronto ai meteoriti è che i ricercatori di radio-SETI progrediscono anche senza avere alcun fatto. Hanno una rete scientifica (i radiotelescopi, Seti@home, etc.) entro la quale non circola alcun fatto. E’ come immaginare Pasteur costruire la pastorizzazione senza microbi. Ciò è insolito.[In effetti se si guarda in dettaglio, si nota che i seguaci di Pasteur hanno a volte esteso la loro rete senza disporre di fatti, ma ciò sarebbe troppo lungo da sviluppare qui].
Al contrario, gli ufologi hanno dei fatti ma nessuno si interessa ad essi e gli ufologi non riescono a costruire la ben che minima rete per fare circolare i “fatti” che hanno. Un fatto non diventa un “fatto scientifico” se non circola all’interno di una rete, se non diventa un attore sociale.

Nondimeno il ragionamento dell’ufologia e del SETI è lo stesso: in entrambi i casi, la base del ragionamento è lo stesso principio di banalità.

La soluzione che propongo è che, in effetti, succede in ufologia la stessa cosa che nel terreno del SETI, non a proposito dell’ascolto, ma a proposito del paradosso di Fermi. Con il paradosso di Fermi si ha una situazione tipo SETI che produce lo stesso genere di sconfitta dell’ufologia. Il motivo è che non si riesce a fa circolate tale oggetto nella scienza. Si può far circolare un meteorite, si può, in teoria, far circolare un messaggio radio ET (il SETI classico), ma non si può far circolare una “presenza ET vicina” (paradosso di Fermi).

Chi trova il modo di come far circolare quest’ultimo tipo di fatto, risolve al tempo stesso il paradosso di Fermi e il problema degli Ufo. E, ciò che propongo per fare avanzare il problema è, in un primo tempo, ammettere che il problema posto dal paradosso di Fermi è identico al problema posto dall’ipotesi Ufo, sono lo stesso ed unico problema, dato che non c’è nessun motivo di mantenere la differenza entro cultura sapiente e cultura popolare, dato che ciò che dice Aimé Michel (ufologia) e ciò che dicono gli scienziati del SETI, che discutono sul principio di banalità, è la stessa cosa.

E, se volessi andare più lontano, potrei sottolineare che vi è un altro punto che avvicina ufologia e SETI-Fermi, cioè che in entrambi i casi, non vi sono che controversie senza fine e alcun fatto stabile. Quando si legge Contact di Carl Sagan, e quando uno segue la storia degli Ufo, si osserva esattamente lo stesso tipo di situazione. In entrambi i casi, nessun fatto ma una controversia senza fine per capirsi su un fatto.

Dunque, l’idea successiva, è che questo contrasto di opinioni che non può essere risolto dalla produzione di un fatto (poiché faccio l’ipotesi che gli strumenti scientifici sono impotenti nel trattare questo tipo di fatti), non si può risolverla se non producendo un indicatore dell’esistenza di un problema, analizzando il tipo di situazione che produce. Ci viene detto che tutto separa l’ufologia (cultura popolare) e SETI (scienza), mentre ciò che si nota è che, nei due casi, succede la stessa cosa.
Appena si considera l’idea che degli ET possano essere vicini, sia l’ufologia che il SETI si impantanano in contrasti di opinioni senza fine. Finora tutti credevano che si trattasse di un fallimento perché, giustamente, il contrasto di opinioni impediva di avere un fatto capace di porvi fine. Ciò che suggerisco è di rinunciare per un momento all’idea di risolvere questo contrasto di opinioni ma di osservare che si ritrova lo stesso genere di situazione (controversia) sia in riferimento al SETI che all’ufologia.
Dunque ci si è sbagliati nel separare i due ambiti attraverso un Grand partage. E, nel riavvicinarli, si può fare l’ipotesi che si tratti dello stesso tipo di problemi che si pone sui due fronti e che genera nei due casi questa controversia che è impossibile calmare. Può darsi che sia questo l’indizio che cerchiamo.
Perciò la soluzione che propongo, è che le persone del SETI e gli ufologi si sbaglino nel voler risolvere la controversia ciascuno dal loro versante mentre dovrebbero (come Aimé Michel) rendersi conto che si tratta di un solo ed unico problema e che si potrà (forse) avvicinarsi alla soluzione comune dei due problemi proprio mettendo fine al Grand partage tra ufologia e SETI.

[Autore Pierre Lagrange; traduzione Nico Conti; en francais]

venerdì 20 febbraio 2009

BIOT, L'EXAMPLE DES METEORITES ET LES UFOLOGUES [Article de Pierre Lagrange]

On présente souvent l'affaire Biot comme exemple d'une situation où la science aurait reconnu la valeur des témoignages venus du public. Rappel: en 1803, le jeune académicien français Jean-Baptiste Biot démontre que les témoignages souvent rapportés par des paysans et concernant des “pierres tombées des nuages” sont exacts.
C'est faut: Biot n' a pas démontré que les témoins de “pierres tombées des nuages” avaient raison, mais que lui, Biot, avait raison. ll ne prend, dans les récits des gens, que ce qu'il peut transformer, traduire, en fait scientifique. Il explique que les phénomènes observés, loins de renvoyer à certaines explications (diable, prodiges etc), renvoient à une réalité physique nouvelle. Des cailloux, de taille diverse, circulent dans le système solaire et certains croisent parfois la terre et donnent les spectacles célestes jusque là réduits par les physiciens à des phénomènes atmosphériques liés au tonnerre et capables parfois de foudroyer des roches terrestres ou à des roches éjectées de volcans (on reconnaîtra aussi peu à peu qu’un autre phénomène connu sous le nom d’“étoile tombantes”, nos étoils filantes, sont une autre des manifestations de ce phénomène). Pour “inventer” les météorites, Biot sépare le "folklore" et "les faits" comme tout représentant du monde moderne.

Ce qu'il fait n'est pas supérieur parce que la méthode scientifique serait supérieure, car la méthode scientifique n'est pas fondamentalement, "intellectuellement", différente des autres
méthodes. Elle est différente par le type d'objet et par le type de déplacement qu'on donne à ces objets. Et sa supériorité vient de sa capacité à faire parler ces objets, et même à les rendre autonomes, à en faire des acteurs sociaux. Avant Biot, les météorites sont aux marges, maintenues dans une culture populaire (ce que je dis ici est un tout petit peu asymétrique), après lui, elles sont devenues un acteur social qui participe à la construction de la société scientifique dans laquelle on vit. La supériorité de Biot est une supériorité de fait, pas de principe. Il gagne sur ceux qui refusent les météorites et il gagne aussi sur le peuple qui n'est pas pris au sérieux et qui n'arrive pas à faire prendre au sérieux son "folklore". Et Biot gagne parce qu'il arrive à montrer aux astronomes et physiciens qu'ils se sont trompés: ils croyaient avoir affaire à un folklore, alors qu'en fait ces objets sont importants pour écrire la suite de l'histoire de l'astronomie. Biot gagne parce qu'il montre aux astronomes qu'ils ne peuvent pas continuer à faire progresser l'astronomie sans prendre en compte ces pierres qui tombent du ciel.
Il les oblige à faire un détour par le problème qui l'intéresse lui en leur promettant d'arriver plus vite à la solution de leurs problèmes en faisant ce détour. Et il gagne parce que la suite de l'astronomie est marquée par ce détour par les météorites qui vont permettre de récrire plus vite et mieux l'histoire du système solaire et faire progresser la discipline. C'est ça qui manque aux ufologues: être capables de montrer que la suite ne peut pas s'écrire sans eux. Pourtant à les entendre, le fait ovni est incontournable, l'idée d'être visités par des ET est le genre d'idée capable de tout bouleverser. Pourtant, alors qu'on devrait à les en croire s'attendre à une révolution renvoyant Pasteur et Galilée au niveau de notes de bas de page de l'histoire de l'humanité, rien ne s'est passé.
L'ufologie fait de belles promesses mais n'en tient aucune.

Pourquoi est-il impossible de faire avec les ET ce que Biot a fait avec les météorites et ce que d'autres scientifiques font avec d'autres faits tous les jours (Pasteur avec ses microbes etc)?

Ici, il y a une énigme.

Parce que les gens de Seti arrivent à s'intercaler dans le réseau scientifique et à faire accepter qu'on a besoin d'eux pour écrire la suite. Le programme Seti-radio s'est construit sur l'idée que si on prend en compte l'idée qu'il puisse y avoir des messages radio, on aide la radioastronomie à progresser. Certes il y a des adversaires à cette idée, mais malgré tout, Seti-radio se maintient et progresse. Les radiotélescopes sont construits, installés etc. On voit le réseau s'étendre. Et ce qui est étonnant par rapport à l'histoire des météorites, c'est que les chercheurs de Seti-radio progressent alors qu'ils n'ont aucun fait. Ils ont un réseau scientifique (les radiotélescopes, Seti@home etc) dans lequel aucun fait ne circule. C'est comme d'imaginer Pasteur construisant la pasteurisation sans microbes. C'est assez insolite. [en fait si on regarde dans le détail, on note que les pasteuriens ont parfois étendu leur réseau sans avoir de faits, mais ce serait trop long à développer ici]
Par contre, les ufologues ont des faits mais personne ne s'y intéresse et les ufologues ne parviennent pas à construire le moindre réseau pour faire circuler les "faits" qu'ils ont. Or, un fait ne devient un "fait scientifique" que s'il circule dans un réseau, que s'il devient un acteur social.

Pourtant le raisonnement de l'ufologie et de Seti est le même: dans les deux cas, la base du raisonnement, c'est le même principe de banalité.

La solution que je propose, c'est qu'en fait, il se passe en ufologie la même chose que dans le domaine Seti, non pas à propos des écoutes, mais à propos du paradoxe de Fermi. Avec le paradoxe de Fermi, on a une situation de type Seti qui produit le même genre d'échec que
l'ufologie. Parce qu'on ne peut pas faire circuler cet objet en science. On peut faire circuler une météorite, on peut, en théorie, faire circuler un message radio ET (Seti classique), mais on ne peut pas faire circuler une "présence ET proche" (paradoxe de Fermi).

Celui qui trouve comment faire circuler ce dernier type de fait, résout à la fois le paradoxe de Fermi et la question des ovnis. Et ce que je propose, pour faire avancer le problème, c'est dans un premier temps, d'admettre que le problème posé par le paradoxe de Fermi et le problème posé par l'hypothèse ovni, sont un seul et même problème, car il n'y a pas de raison de maintenir la différence entre culture savante et culture populaire, car ce que dit Aimé Michel (ufologie) et ce que disent les scientifiques de Seti qui discutent sur le principe de banalité, c'est la même chose.

Et, si je voulais aller plus loin, je pourrai remarquer qu'il y a un autre point qui rapproche l'ufologie et Seti-Fermi, c'est que dans les deux cas, il n'y a que des controverses sans fin et aucun fait stable. Quand on lit Contact de Carl Sagan et qu'on suit l'histoire des ovnis, on observe exactement le même genre de situation. Dans les deux cas, pas de fait mais une controverse sans fin pour s'entendre sur un fait.

Donc l'idée suivante, c'est que cette controverse qu'on ne peut pas résoudre par la production d'un fait (parce que je fais l'hypothèse que les outils scientifiques sont impuissants à traiter ce type de fait), on peut non pas la résoudre mais produire un indicateur de l'existence d'un problème en analysant le type de situation que cela produit. On nous dit que tout sépare l'ufologie (culture populaire) et Seti (science), or ce qu'on note c'est que dans les deux cas, il se passe la même chose. Dès qu'on traite de l'idée que des ET pourraient être proches, l'ufologie comme Seti s'embourbent dans des controverses sans fin. Jusqu'ici, tout le monde croyait que c'était un échec parce que la controverse empêchait justement d'avoir un fait capable d'y mettre fin. Ce que je suggère c'est de renoncer juste un instant à l'idée de régler la controverse, mais de noter que l'on trouve le même genre de situation (controverse) dans le cadre de Seti et dans celui de l'ufologie. Donc on s'est trompé en séparant les deux domaines par un grand partage. Et en les rapprochant, on peut faire l'hypothèse que c'est le même type de problème qui se pose au deux domaines et qui engendre dans les deux cas cette controverse impossible à calmer. Et peut-être est-ce là l'indice que l'on cherche.

Donc la solution que je propose, c'est que les gens de Seti et les ufologues se trompent en voulant résoudre la controverse chacun de leur côté alors qu'ils devraient (comme Aimé Michel) remarquer que c'est un seul et même problème et que c'est en mettant fin au Grand partage entre
ufologie et Seti qu'on pourra (peut-être) approcher la solution commune des deux problèmes.

[Immagine d'epoca della caduta del meteorite Hraschina (1751)]


giovedì 19 febbraio 2009

17-18 febbraio 2009. NUOVI SPRITE DALLA STAZIONE DI FERRARA

Ferruccio Zanotti a pochi giorni di distanza registra, dalla sua stazione di Ferrara, nuovi eventi sprite (in numero di 6).
L'entusiasmo presso la nascente rete italiana di stazioni di rilevamento TLE e superbolidi, nata dalla prima isolata esperienza della stazione di SOSO, è alle stelle.
Come sempre, ulteriori notizie più approfondite a breve sul Blog CIPH-SOSO e sul Blog EUROSPRITE.
[Info: Ferruccio Zanotti]

venerdì 13 febbraio 2009

10 e 11 febbraio 2009. LA STAZIONE OSSERVATIVA DI FERRARA REGISTRA 8 SPRITE.

Con le informazioni preliminari sull'osservazione di 8 SPRITE a Ferrara il 10 e 11 febbraio 2009 (dai dati in nostro possesso prime osservazioni mondiali del 2009), da parte della stazione fissa di Ferruccio Zanotti (Italian Meteor and TLE Network*), e' stato aggiornato il sito web del Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen - Smart Optical Sensors Observatory
Qui l'aggiornamento:
http://www.ciph-soso.net/SOSO/TLE_Transient_Luminous_Events_2009.html

[redazione Renzo Cabassi, CIPH/SOSO]

martedì 3 febbraio 2009

EQL. SEMINARIO USGS SUI PRECURSORI SISMICI A MENLO PARK CAMPUS, CALIFORNIA

Si stanno tenendo in questi giorni una serie di seminari all'USGS, presso il Menlo Campus, che presenta la novità*** di un intervento sui precursori sismici :
http://earthquake.usgs.gov/regional/nca/seminars/
Infatti il primo seminario in elenco è quello dello dello studioso Freund Friedemann, NASA Ames Research Center (San Francisco Bay, California) , di mercoledì 4 febbraio 2009: "Verso una teoria unificata dei segnali pre-sismici".
Il seminario può essere seguito in diretta internet.

[Info: John Derr]

*** Si tratta del primo invito a Freund da parte dei sismologi del USGS, e dell'opportunità per lo studioso americano (che ha sempre supportato individualmente i suoi studi sui precursori sismici) di poter modificare la percezione del suo lavoro da parte della scienza ufficiale.
I sismologi sono sempre stati scettici sui precursori sismici (forse delusi nel tempo dalle diverse teorie proposte e fallite), tanto da avere anche una certa ritrosia nell'uso di termini come "predizione dei terremoti", una terminologia ritenuta troppo forte.
Per ulteriori informazioni su questi aspetti dello studio di Freund si veda l'articolo del divulgatore scientifico Jon Cartwright, "Breaking new ground", su physicsworld.com